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Se la tua compagna è gelosa e anche un po’ stalker

female-stalker2-233x300Mi chiamo Massimo e ho avuto una storia con una donna gelosissima, talmente gelosa da essersi mostrata, fin da subito, nei panni di una stalker. Inizialmente sapete com’è, sei innamorato, ti piace fare sesso, esiste solo lei e poi però le cose mano a mano cambiano. Succede che fai rientrare il mondo nella tua vita un po’ per volta, richiami gli amici e stavolta dici che li incontrerai, la vita a due non ti basta più, ti trattieni al lavoro e poi vai a bere un aperitivo con i colleghi e le colleghe, se lei non vuole venire in quel tal posto tu non ti fai condizionare e comunque vai.

È vero, io non avevo niente da nascondere e lei poteva rovistare nella mia vita quanto voleva, ma con il tempo divenne impossibile sostenere il suo atteggiamento. Non era ancora entrata in casa mia che già rovistava nei cassetti in cerca di fotografie delle mie ex. Ne trovò un paio e a me piaceva tenerle perché facevano parte della mia vita. Chi può essere così idiota da entrare nella vita di qualcuno e da usare una spugna per cancellare il suo passato? Solo quelle come lei, immagino.

Simulando toni scherzosi e divertiti mi chiese se non fosse il caso di nasconderle, restituirle o strapparle. Sono ricordi, dissi. È il mio passato. Tu sei il mio presente. Ma lei voleva essere passato, presente e futuro, e nulla poteva distoglierla da quella idea. Di una in particolare si mostrò più gelosa perché era molto bella e la mia nuova compagna, sebbene dicesse di non badare all’aspetto fisico, invece soffriva di grandi insicurezze e più di una volta chiese se non pensassi ancora a quell’altra.

Arrivò il momento in cui pretese che su facebook scrivessi quanto io fossi impegnato. La mia foto del profilo doveva mostrarmi felicemente accoppiato con lei accanto. Se per caso cambiavo immagine era un gran casino. Lei sorvegliava le mie comunicazioni e se non leggeva nulla per giorni pensava che io stessi parlando con qualcun’altra o che avessi aperto un altro profilo per fare il cazzo che mi pareva. Inutile dire che ho fatto tanti errori, nel tentativo di rassicurarla in realtà le permettevo di entrare sempre più in ogni angolo della mia vita, a invadere la mia privacy e controllarmi o farmi una scenata per ogni minimo spostamento d’aria. Un semplice saluto con una vecchia amica per lei era troppo. E allora decise di farsi un profilo falso, a nome di una mia vecchia compagna di scuola, giacché altrimenti non le avrei dato confidenza, e cominciò a stuzzicarmi, a mandarmi messaggi privati ai quali rispondevo con estrema cortesia.

Una sera avevo litigato con la mia compagna e lei, sotto falsa identità, fu pronta a intercettare la mia presenza su facebook e così chiedeva dove fossi, cosa stessi facendo e dissi che ero andato in un pub a bere qualcosa, a incontrare qualche amico. Mi chiese se poteva raggiungerci e dissi di si, certo, mi avrebbe fatto piacere scambiare qualche chiacchiera con lei. Glielo avevo detto in confidenza, ridendo e con estrema disinvoltura e bastò questo per scatenare quella peste della mia ex. Arrivò nel pub e io pensai che si fosse calmata e fosse venuta solo per stare un po’ con me. Avevo perfino apprezzato e pensavo, uh, che bello, finalmente mi viene incontro, vuole perfino stare con i miei amici che per lei erano tutti inevitabilmente stronzi. Invece non avevo capito un cazzo. Mi disse che quella tal compagna di scuola in realtà era lei stessa e che se non mi avesse fermato e non si fosse intromessa tra le mie conoscenze virtuali possibilmente una come quell’altra me la sarei anche fatta.

Pianse, urlò, e i miei amici non capivano, cercarono di confortarla, guardavano me come se io fossi una specie di mostro, perché qualunque cosa una donna ti combina nella vita stai pur cert@ che comunque sei sempre tu quello che guarderanno come una merda d’uomo.

Arrivati a casa pretese di leggere i messaggi del mio telefonino, passò in rassegna i miei numeri, chiese di poter leggere la mia corrispondenza su facebook e io le permisi di fare tutto questo, stupidamente, pensando che rassicurarla fosse opportuno e perché odiavo vederla stare così male. Qualche settimana dopo mi disse che ero stato proprio uno stronzo a comportarmi così con lei e mentre si batteva pugni sulla pancia diceva che probabilmente non avrebbe dovuto neanche dirmelo ma lei era incinta e viste le condizioni sarebbe stato meglio abortire.

Questa cosa mi ferì profondamente. Io ero stato insensibile, non avevo capito, lei era fragile, aspettava un bambino, e ancora io pensavo che lei mi stesse prendendo per il culo. Mi sentivo molto in colpa per questo. Parlando con un’amica, perché non ce la facevo più a tenere tutto dentro, mi disse che avrei fatto meglio a verificare. Nessuno può prevedere le strategie manipolatorie di una donna salvo un’altra donna. Perché tra loro si confidano e comunque sono cresciute tra madri, nonne, sorelle, amiche, compagne di scuola. Hanno condiviso con loro parti intime e non parentesi da concedere al flirt di passaggio.

Allora tornai a casa e chiesi che lei mi facesse vedere il test. Disse che l’aveva buttato e che comunque era veramente delusa per il fatto che io non riponessi fiducia in lei. Ancora a procurarmi sensi di colpa e ad imprigionarmi in una situazione sempre più claustrofobica. Decisi di essere fermo nella mia richiesta. Lei prese tempo. Chiese perfino di fare sesso senza precauzioni, forse sperando di restare incinta nel frattempo di modo che avrebbe avuto una mezza verità da confermarmi. Mi rifiutai di farlo, a meno che lei non mi avesse prima mostrato il risultato del test. Mi vennero in mente mille cose nel frattempo. Avrebbe potuto procurarsi un test di un’amica incinta per davvero. Avrebbe potuto dire di aver abortito in qualche modo. Invece andò avanti nella farsa come se a un certo punto lei credesse alla sua stessa bugia.

Comprò un altro test, lo fece davanti ai miei occhi e poi mi mostrò il risultato che era assolutamente negativo. Mi guardò felice, disse che per fortuna lei si era sbagliata e secondo lei tutto si sarebbe concluso così. Pensare che se non l’avessi costretta lei mi avrebbe forse perfino fatto credere di aver abortito per colpa mia. Ero triste, confuso, pensavo a quanta sofferenza sia necessaria per provocare simili reazioni e cercai di capire quando e come io l’avessi provocata in quel modo. Infine mi resi conto, dopo essere uscito fuori dalla sua area manipolatoria, del fatto che lei fosse completamente e definitivamente stronza. Una donna violenta, egoista, piena di livore nei confronti del mondo intero e le comunicai la mia decisione. Ti lascio, dissi, e non cercarmi mai più.

Sapete cosa disse al mondo, a partire dalla mia stessa bacheca facebook, per raccattare un po’ di consenso? Che io l’avevo tradita, che ero stato anche manesco e violento e che nonostante lei avesse sopportato io le avevo fatto tanto male. Lo disse a ogni nostra conoscenza in comune, a ogni mio amico, a tutte le persone che avevo come amiche su facebook, anche se si trattava di un parente talmente lontano da non ricordare neppure che faccia avesse. Lo disse in ogni situazione possibile perché quella donna era decisamente una stalker. Con chiarezza le scrissi, in risposta ad una discussione pubblica, che l’avrei denunciata per diffamazione e stalking. Si lamentò dicendo che le donne non vengono credute mai, che gli uomini contano su questo per non assumersi mai le proprie responsabilità. Disse che le cifre parlano chiaro e che le donne che subiscono violenza sono la maggior parte. Disse mille cose che per me non avevano senso se rapportate a lei e per quanto io confermassi la certezza che tante donne subiscono violenza sapevo di non sbagliarmi quando giudicavo lei per quel che era.

Adesso trovo, perciò, da parte di una donna, assolutamente discutibile il fatto che si nasconda dietro alle vere vittime di violenza per non assumersi le proprie responsabilità. Trovo che sia molto triste che alcune donne possano dar credito a persone del genere e che ritengano me colpevole solo perché sono un uomo. Trovo che da tutta questa storia ho tratto un grande insegnamento: prima di iniziare una storia chiarisci che la tua privacy e sacra e se non le sta bene allora, beh, si, allora vaffanculo.

Ps: è una storia vera. Grazie a chi me l’ha raccontata. Ogni riferimento a cose, fatti e persone è puramente casuale.

3 pensieri su “Se la tua compagna è gelosa e anche un po’ stalker”

  1. Alle donne invece non viene assolutamente imposto di fare sapere ai nuovi compagni riguardo alle relazioni passate; se ne hanno avute, cioè se la famiglia ha acconsentito che ne avessero avute in precedenza e se il nuovo compagno vuole diventare tale dopo avere saputo che ne abbiano avute (o che non ne hanno avute, secondo i gusti o i “valori” per dirla con una parola che va dall’ipocrita al bacchettone). Ne viene imposto di fare conoscere tutte le amiche ( e gli amici…) presenti e passate, nonché future!

  2. Mi dispiace per la tua esperienza.
    Le persone cattive e feroci non si distinguono dal sesso.
    Io per prima, da donna, ti assicuro che le persone più negative e aggressive che ho incontrato in vita mia sono state altre donne.

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