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Sono separato: perché non posso rifarmi una vita?

Mi chiamo Giorgio e ho 44 anni. Sono separato e padre di due figli. Io e la mia ex moglie ci siamo separati perché per dieci anni non abbiamo fatto che litigare. Tranne brevi momenti di pace, che coincidevano con il tempo in cui abbiamo avuto i bambini, poi è sempre stato un inferno. L’avrei lasciata prima ma volevo stare accanto ai figli e sapevo che se mi fossi allontanato lei non mi avrebbe reso la vita facile.

Le ho lasciato la casa, di cui pago il mutuo. Non era giusto togliere ai bambini il posto in cui sono cresciuti. Lei tutto sommato è una buona madre e ho cercato di raggiungere un accordo buono per entrambi. Quando lei lavora vado io a prendere i bambini a scuola. Li accompagno a casa, resto con loro fino a quando lei non viene e poi vado a dormire nel mio monolocale di periferia, praticamente uno sgabuzzino che è poi l’unica cosa che posso permettermi.

Devo passare a lei il mantenimento dei miei figli e se contate anche il mutuo capite che non mi resta molto. Io non mi sono lamentato finché i rapporti tra me e lei sono rimasti civili. Poi lei si è messa con un altro. Non vivono insieme ma dorme con lei molto spesso. Vive le giornate in casa con i miei figli e io devo competere con lui che sta con loro più di quanto non ci stia io.

Non voglio che lei resti sola per tutta la vita ma avrei sperato che fosse più discreta. Almeno fino all’adolescenza dei figli. Questa intrusione io la vivo male e anche sforzandomi non posso non pensare che mentre io pago il mutuo e le do i soldi per i figli poi sono loro a godersi queste cose.

Questo succedeva un po’ di tempo fa. Arriviamo a oggi.

Ho chiesto a lei di sistemare la cosa, perché io non dovessi sentirmi un intruso in quella casa e con i bambini. Lei per un po’ ha interrotto le sue abitudini ma poi ha ricominciato. Anzi mi portò una proposta per rivedere gli orari di visita, tutto scritto nero su bianco, perché non si sa mai. Sai, mi disse, i nostri rapporti potrebbero guastarsi e quindi è meglio scrivere tutto.

Gli orari che mi proponeva erano incredibili. Non dovevamo più giostrarci secondo le nostre compatibilità ma eventualmente bisognava spartirsi giorni, quando lei sapeva benissimo che io non avevo lo spazio per farli dormire da me e non c’era neppure la mia famiglia che mi potesse aiutare perché vivono in un’altra città. Quindi le ho detto che non si poteva fare. Lei rispose che la sua offerta era in linea con la legge e che se io non ero in grado di tenere i figli per alcuni giorni ero io a rinunciare. Non era lei a impedirmelo.

Coscienza a posto a parte lei si assicurò che io restassi stretto in un angolo, arrabbiatissimo, impotente. Pensai di tornare a vivere con i miei, ma c’era troppa distanza e al limite avrei potuto portare lì i bambini per le vacanze ma non per qualche giorno a settimana. Cosa bisogna fare in questi casi?

L’accordo era che io pagavo il mutuo e, rispetto alla cifra proposta, avrei dato un po’ meno per i figli che comunque avevano un tetto e le cure necessarie. Come potevo trovare un equilibrio senza soldi? Dovevo rapinare una banca? Svaligiare un appartamento? Farmi prestare soldi dalla mia famiglia? Come se non bastassero già i soldi dati per mezzo anticipo per la casa.

Io non nascondo il fatto che ho pensato a cose molto brutte. Ho pensato al suicidio, sono stato depresso. Ho pensato di obbligare la mia ex moglie ad accettare quel che proponevo io e ho anche pensato altre cose che non è giusto dire. Pensieri che mai avrei pensato di poter fare. Mai avrei immaginato di poter maledire qualcuno e di sentirmi così in trappola. Non voglio essere compatito e non mi interessa essere coccolato nella mia commiserazione. Voglio solo spiegare che nelle separazioni ci sono più parti in causa e in genere ci rimette chi, in buona fede, pensa di poter fare tutto al meglio.

Quando stavo così male ho incontrato una donna, la mia attuale compagna. Tra il mio stipendio e soprattutto il suo siamo riusciti a prendere un piccolo appartamento in affitto con una stanza per i bambini. Così riesco a tenerli qualche giorno in più e non mi sento un reietto come altri nella mia stessa situazione.

Può sembrare un clichè ma è semplicemente un pezzo di realtà che tant* preferiscono ignorare. Sono sopravvissuto e se non avessi trovato questa donna non sarei riuscito a vedere i miei figli per più di mezza giornata nel week end.

I rapporti con la mia ex moglie sono sempre tesi, in special modo adesso che le ho chiesto di vendere la casa per dividere a metà il ricavato. Credo di aver pagato abbastanza e di meritarmi un’altra possibilità. Lei si è ricostruita un pezzo di vita. Il suo nuovo compagno ha un appartamento e se anche non l’avesse comunque lei ha i suoi che vivono in città. Io invece non ho appoggi e non posso chiedere soldi a nessuno.

L’avvocato mi ha già detto che per il tribunale la casa resta assegnata alla persona che ha in affido i figli. Sono i bambini che hanno diritto a quella casa, ma ora sono un po’ cresciuti e conoscono la nostra situazione. Perché non si può provare a fare qualcosa per migliorare la vita di tutti?

Ditemi, mi sbaglio se rivendico il diritto di rifarmi una vita senza perdere il contatto con i figli?

Ps: è una storia vera. Grazie a chi me l’ha raccontata. Ogni riferimento a cose, fatti e persone è puramente casuale.

4 pensieri su “Sono separato: perché non posso rifarmi una vita?”

  1. il fatto è che la vita è troppo cara rispetto agli stipendi .. se ci pensi bene se eri tu ad avere in affido i figli le parti erano invertite e le situazioni erano speculari .. eri tu la carogna? no, come non lo è la tua ex moglie . la casa appunto è dei figli, per i figli, il mutuo lo hai pagato per loro, non per lei ..
    certo tra persone civili ci potrebbe essere un accordo . una riduzione di quanto versi di mantenimento per loro .. quanti anni hanno ora? faranno l’università? andranno fuori casa? vendendo l’immobile tua moglie in che condizioni si trova? non devi fare i conti con i soldi del suo uomo ..può lasciarla dall’oggi al domani e non si sta assieme per soldi . idem tu .. domattina potresti esser lasciata dalla tua compagna o tu lasciare lei .. se vendendo l’immobile tua moglie ha di che comprarsi qualcosa dove rimane una stanza per i figli puoi chiederlo .. ma mi torna strano ad occhio, almeno che non sia una casa molto grande e dove vivi costino non troppo .. perché il problema è dove li mettiamo questi figli? se lei li tiene in casa, come sarebbe se li tenessi tu regolarmente, deve avere una casa con spazi idonei, che sia quella attuale o un’altra .. o questo è possibile e allora appoggio la tua richiesta o devi aspettare che loro vivano altrove .. in modo che le esigenze abitative di tua mogie siano ridotte ..
    la situazione è dura, ma se ci pensi dipende da ragioni che non sono personali
    credo che ti pesi il saperla con un altro . e lo trovo molto umano . ma questo altro non ha obblighi di mantenimento verso i vostri figli .. né verso di lei .. come del resto non li hai tu, dato che lavorando lei immagino tu non le passi assegno di mantenimento
    che vuol dire che ha i suoi che vivono in città? che deve tornare a vivere dai suoi? ma daiii, su
    stringi i denti e convinciti, perché è così, che quel che hai fatto e fai è per i vostri figli, non per lei
    sia tu che lei avete diritto a rifarvi una vita e lo avete fatto .. ed è giusto così.

    1. Veramente, visto che lei lavora, il mutuoppotrebbero dividerselo a metà?
      La casa é per i figli, ma intanto ci vive e ci mangia, dorme e piscia anche lei.
      La separazione dovrebbe venire incontro alle esigenze di entrambi i membri della coppia, non che per mantenere inalterato lo stile di vita dei figli e, conseguentemente, della ex moglie, l’ex marito deve fare una vita di merda.
      Una donna (una persona) con un briciolo di valore umano non lo permetterebbe mai!!

    2. Bell’ALIBI quello dei figli. E gli alibi li usano non a caso i delinquenti. La casa NON è dei figli è di chi è attestato sul rogito.

      I figli hanno bisogno di un tetto, non necessariamente di QUEL tetto. Di quello ne ha bisogno la schiera di MANTENUTE che si nascondono dietro al vittimismo istituzionalizzato per depredare i mariti.

      Tranquilla che se non ci fosse questa schifosa prassi, questa violenza di Stato, di donne così insoddisfatte del matrimonio e fomentate da famelicHE avvocatE matrimonialistE ne vedremmo molte meno: perché la libertà è un valore sommo, ma si paga care signore. Nessuno vi chiede di darvi fuoco in piazza come i bonzi, almeno pagatevi le vostre scelte però, almeno l’affitto. Si chiama RESPONSABILITA’.

      Ma del resto è facile: basta augurarvi tante belle nuore come quelle che hanno avuto mia madre e le madri di parecchi amici miei, e vedete come cambiate idea.

      Volutamente sgradevole

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