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#Queer #Bdsm: quelle che sono strane due volte!

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A commento di questo racconto è arrivato un altro pezzo di vita che condivido con voi. Buona lettura!

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Bisessuale (anche se ormai come termine lo trovo pure abbastanza ristretto visto che la mia natura è indefinibile in quanto tale, fortunatamente sono uscita fuori dall’ottica di attrazione verso maschi/femmine e sentendomi estremamente vicina al movimento mi dico semplicemente queer o pansessuale) e.. sono amante del BDSM.

Diciamo che convivere con le due preferenze non è facile. Tra mille banalizzazioni, stereotipi e pregiudizi. Nell’ignoranza ti bollano come malata e quando gli domandi il perché ti rispondono “che non è normale, è estremo, troppo da malati” affibiandoti anche etichette e presunte malattie mentali, poi scopri che questa gente del BDSM non sa nulla o ne ha una visione tristemente stereotipata. Non conoscono la storia, le origini, le pratiche e soprattutto il fine.

Se tenti di spiegare loro che spesso non è necessaria nemmeno una penetrazione o un qualunque tipo di “violenza”. così come la definiscono, ma gran parte del lavoro è frutto di psicologia (tanta), di sguardi, di parole, di gesti, di comportamenti, dove le pratiche vere e proprie arrivano dopo sempre se arrivano. Ecco lì ti guardano ancora più strano. Il BDSM e le sue pratiche sono infinite nella loro possibilità e solo chi lo pratica può dire cosa quando e come. E io, da sempre amante dell’Arte, non potevo non avvicinarmi ad esso, perché Arte è, visto il bagaglio culturale enorme che queste pratiche si portano dietro.

Non so se ciò è dipeso dal mio orientamento ma non credo. Penso che ognuno abbia le sue attitudini e per quell* come noi è più difficile perché “semo strane il doppio” ma poi ecco che di tanto in tanto qualcuno con cui parlarne liberamente c’è, qualcuno curioso magari o qualcuno interessato a conoscere quel vastissimo mondo e lo fa senza giudicare. Io ho avuto la fortuna di conoscerle senza pregiudizi alcuni, scoprire tante cose nuove e quando puoi essere te stessa senza subire bigottismi ed etichette di ogni sorta è una liberazione.

La mente ristretta non riesce a comprendere perché oltre alla sua di visione non esiste altro, ecco perché vanno giù di etichette, troppa fatica per loro, troppa richiesta di pensiero, ragionamento, si perdono in mezzo a quello che per loro è un casino e per noi invece..la naturalezza più totale. Io ormai ho il radar. Riconosco il bigotto a distanza..e me lo tengo lontano fin dall’inizio. Rotture di coglioni evitate e vivo felice e contenta fiera di me stessa.
Ah, ovviamente anch’io in un mondo di “normali che si vantano di essere normali” mi sono sentita sbagliata. Ma poi osservando questi presunti normali ti accorgi che non c’è nessun vanto ad essere come loro, ci arrivi, non sto qui a dilungarmi troppo sul come ma mi auguro che tutte e tutti quelli che si sentono fuori posto lo capiranno presto, un giorno.

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Sulla Bisessualità:

Su Bdsm e Bondage:

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