Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze, Violenza

#Parma: fuori i sessisti e i cripto/fascisti dai movimenti

Bere non è un crimine. Stuprare lo è.
Bere non è un crimine. Stuprare lo è.

Sulla vicenda dello stupro di gruppo a Parma oggi vengono diffusi nuovi dettagli. Lei non ha denunciato ma ci sarebbe un video che riprende ragazzi che usano la usano come fosse un corpo inanimato. Forse ubriaca o fatta di qualche droga, sarebbe diventata oggetto di stupro, in un luogo che veniva frequentato da vari gruppi di attivisti e militanti. Dal riesame viene fuori un ordine di carcerazione domiciliare preventiva per tre dei cinque accusati. E mentre ricordo quel che su questa vicenda, o, perlomeno, sulle speculazioni della destra e dei media che della vicenda si sono fatte, hanno detto compagni e compagne di Parma, mi piacerebbe si ponesse la questione in termini di responsabilità collettiva e di assunzione di consapevolezza su quel che è il consenso. Non sappiamo come andrà a finire o se quel che dicono i quotidiani sia vero e in che misura e non serve giungere a conclusioni giudiziarie per porsi un paio di problemi, ma a prescindere da tutto mi pare buona prassi fare un ripasso dell’abc delle pratiche antisessiste nei luoghi che condividiamo per le nostre iniziative.

Non si sollecita paternalismo, per cui non si richiama all’ordine dei cavalieri a sorvegliare le fanciulle i compagni che stanno lì con noi. Serve consapevolezza su tutto quanto, un punto info, cartelli visibili, sensibilizzazione, perché io sono certa del fatto che se, e dico se, questa faccenda risultasse vera, la prima buona abitudine, per tutt*, che bisogna recuperare è quella di fare attenzione. Sono certa del fatto che se qualcun@ se ne fosse accort@ sarebbe intervenut@, ma è anche possibile che chi ha guardato e visto non fosse neppure consapevole di quel che stava osservando.

Questa (il fatto che sono ubriaca) non è l'alibi che puoi usare per stuprarmi.
Questo (il fatto che sono ubriaca) non è l’alibi che puoi usare per stuprarmi.

So bene che nei luoghi autogestiti si intrufola gente di ogni tipo, perché sono spazi aperti, restituiti ai territori, all’interno dei quali si fa fatica a realizzare con grande generosità e coerenza tante iniziative di solidarietà che parlano il linguaggio dell’antirazzismo, l’antifascismo e l’antisessismo. Lo so perché mi è noto il fatto che compagni e compagne sono i primi e le prime a mandar via la merda quando la vedono, ma se per le serate, le feste, quel che volete voi, all’ingresso si trova un opuscolo, un cartello, qualcuno che ti mette un timbro sulla mano che ricorda che non si abusa di nessun@, forse è utile. Un timbro, una parola, qualcosa, che parli di consenso, di che cos’è il consenso, e il consenso è quella cosa che di certo non puoi ottenere da una ragazza ubriaca o fatta di qualcosa. Una che vuole sesso te lo dice, con chiarezza, è sveglia e vigile. Non è quella che non ha la forza per dire no o per voltarsi e andarsene. Immaginate come state voi quando avete bevuto tanto da non capire più un cazzo. Se qualcuno vi si butta addosso, vi sposta, vi spoglia, vi fa fare cose che non volete fare, voi ve ne accorgereste? E se accadesse questo, sarebbe un abuso o no?

Se non sono sobrie non possono darti il consenso.
Se non sono sobrie non possono darti il consenso.

La donna che vuole fare sesso ha la forza di stendere le braccia ed abbracciarvi. Di aprire la bocca quando le infilate la lingua e di sbottonarsi da sola i pantaloni perché vuole essere penetrata. Quella che acconsente è sveglia, ne ha voglia, lo sai, lo capisci, se non sei un perfetto imbecille. E poi c’è la categoria dei pezzi di merda che pensano di poter usare il corpo di una donna per raccattare dei trofei. Un video di un gioco di gruppo con una donna assente. Ma che prodezza, che bravata e quanto fanno schifo gli uomini così. Compagni in sezione e fascisti a letto, diceva la Menapace, perché quel che praticate, se vi comportate così, è puro fascismo.

E’ l’autoritarismo di chi prevarica la volontà altrui, perché non le date modo di decidere per se’, di praticare la libertà di scelta, e se un individuo non può scegliere liberamente, di che cazzo di antifascismo vai parlando? Sono sicura che a nessuno dei compagni serve questa descrizione della faccenda ma sarebbe, forse, giusto, amplificare il suono di alcune lotte, renderle un po’ più visibili e se avete bisogno di prendere in prestito parole, idee, quel che volete, io sono qui e vi offro pieno supporto. Perché nessuna lotta, in special modo quelle importanti che riguardano tutti noi, può essere vista altrimenti se non in senso intersezionale. Chi lotta dovrebbe parlare di differenza di classe, razza, identità politica e di genere.

E queste riflessioni, che io so in tanti gruppi si fanno quotidianamente, dovranno partire da noi, ché giammai dovrà essere possibile a un branco di gente di estrema destra di rivendicare l’aggressione ad un compagno e poi difendersi dicendo che quel compagno in fondo era anche un potenziale stupratore. Pensiamoci, e spero di aver detto la mia senza far trasparire troppo la mia enorme incazzatura. Enorme. Non immaginate neanche quanto.

Ps: per prima cosa, sarebbe sano, al di là di ogni sensazionalismo, sapere come sta la ragazza che dopo cinque anni si ritrova a vivere tutto quanto. Se ci sei e leggi, prenditi un abbraccio grande, da parte mia.

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9 pensieri su “#Parma: fuori i sessisti e i cripto/fascisti dai movimenti”

  1. A quando i cartelli: “il fatto che io sia ubriac* non ti consente di rubarmi il portafogli?”
    Seriamente. Quanti sono gli uomini che abusano di donne ubriache? E quanti sono quelli che si approfittano in altro modo di persone ubriache?
    Io non sono brutta, ero ubriaca e non mi hanno stuprata: mi hanno fregato la borsetta.
    Credo che tutt* dovrebbero darsi una regolata quando sono ubriach*
    Dire alle persone, in particolare a noi donne, che hanno il diritto di ubriacarsi in luoghi non sicuri, ovvero in presenza di persone non fidate, non è una cosa poi così furba.

  2. “So bene che nei luoghi autogestiti si intrufola gente di ogni tipo, perché sono spazi aperti, restituiti ai territori, all’interno dei quali si fa fatica a realizzare con grande generosità e coerenza tante iniziative di solidarietà che parlano il linguaggio dell’antirazzismo, l’antifascismo e l’antisessismo.”

    Mah… non mi trovo molto d’accordo con questa frase… come dire che dalle idee politiche discenda una qualche forma di moralità personale, per cui chi non ce l’ha deve per forza essere un “nemico esterno”… è lo stesso ragionamento che fanno gli xenofobi che vedono il criminale, il deviante, sempre come “straniero”.
    Ho conosciuto persone antifasciste generose e piacevoli e persone antifasciste che erano delle merde umane. E ho anche conosciuto persone fasciste che erano merde umane e altre che invece erano generose e piacevoli (nonostante la differenza di idee politiche che avevo con loro).
    Credere che il fatto di avere determinate idee politiche conduca a tenere un determinato comportamento è semplicemente utopico. I fasci ci sono arrivati prima (tra loro è famoso il detto: “camerata, camerata: fregatura assicurata”).

    1. no no, ma io non volevo fare sconti per nessuno. è quello che sembra? allora mi sono espressa male. io voglio proprio dire che so che entrano persone che non c’entrano niente con quello spazio ma poi la responsabilizzazione, anzi, tocca inequivocabilmente a chi lo spazio lo gestisce. che sia uno di loro a stuprare o meno, il fatto di non fare attenzione a questo genere di cose per me li pone tutti sullo stesso piano. non percepire il sessismo è come essere sessisti. no?

      1. Scusami, non intendevo essere aggressivo… quello che intendevo dire è che, indipendentemente dal fatto che in quegli spazi possano entrare persone di estrazioni diverse, il fatto di considerarsi “antifascisti” e “antisessisti” non impedisce alle persone di agire da “fascisti” e da “sessisti”, raccontando a se stessi le più disparate castronerie per non guardare in faccia la realtà, e cioè che per uscire da determinati schemi occorre molto più che assimilarli a un livello puramente intellettuale. Te lo posso dire perché ci sono passato, e solo a posteriori ho compreso che determinati miei comportamenti erano retaggi patriarcali allo stato puro…

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