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Tra qualche giorno abortirò, perché voglio vivere la mia vita!

Non un’altra volta, per favore, non posso, non me la sento, non se la sente neanche il mio compagno. Ne ho avuto uno, di figlio, un po’ di anni fa. E’ disabile, difficile da crescere e per quanto amore puoi provare quel che non si dice è che a volte davvero non ce la fai, vorresti emigrare, abbandonare tutto e volare via. Difficile crescerlo, difficile guardare gli altri negli occhi, soprattutto quando ti fanno domande idiote su quel che avevi mangiato durante la gravidanza, se hai fatto questo o se non hai fatto quest’altro, e gira che ti rigira è sempre colpa tua. Tuo figlio è disabile per colpa tua, rassegnati.

Allora quando sono rimasta incinta la volta dopo non ce l’ho fatta. Il terrore di causare altra disabilità, perché una madre che non fa i figli sani viene considerata sbagliata da chiunque, un utero avariato, che produce cose avariate, questo pensano alcuni. Ho abortito per stanchezza, perché è pesante crescere un figlio che sta bene, figuriamoci uno che ha problemi. Un po’ di anni dopo, quando sapevo come fare con il primo figlio, quando mi ero guadagnata un po’ di tempo da dedicare ad altro, ero di nuovo incinta.

Un altro figlio, stavolta sano. Tante attenzioni per l’altro, che non lo era, e altrettante all’ultimo venuto, ché pure lui aveva ed ha le sue esigenze. E’ stato faticoso, poi, con il tempo, siamo riusciti tutti quanti a recuperare un equilibrio. I figli potevano essere affidati ad altri, in nostra assenza, e io e il mio compagno, finalmente, ci siamo concessi qualche vacanza, per essere da soli, senza sguardi addosso, senza sensi di colpa, senza doveri, il tic tac dell’orologio a segnare le responsabilità, senza dimenticare di essere noi, perché i genitori capita a volte che ne abbiano abbastanza dei figli e invece per alcuni è già uno scandalo se rivendichi uno spazio per te.

Forse in uno di questi viaggi, non so, dato che io non uso la pillola ché mi fa male, pur essendo prudenti, comunque, inaspettatamente, sono rimasta di nuovo incinta. Proprio ora che posso farmi uno shampoo senza essere richiamata all’ordine da un pianto o da un lamento. Proprio ora che posso fare l’amore con il mio compagno senza temere di dover alzarmi troppe volte la notte. Ora che i figli sono piccoli ma un po’ più autonomi. Proprio adesso, è capitato, e allora no, per favore, non ce la faccio.

Tra l’altro mi hanno detto che sono due gemelli, e io penso a due biberon, due pannolini, due pianti, e mi rendo conto che le mie braccia non sono sufficienti. Non è sufficiente il cuore, la testa, gli occhi, la carne. Non mi basta tutta la pelle che posso mettere in gioco per fare una cosa che non voglio fare. Abortirò, la data è già fissata, il mio compagno la pensa esattamente come me, perché anche lui conosce la fatica e già mi aiuta tanto.

Ho più di 40 anni, chi gioca con le vite delle donne dice e ridice cose senza senso. Avrò problemi psicologici, mi dicono, e io penso che ne avrò di più se faccio anche questi due figli. Li avrò se porto avanti una gravidanza difficile, se ricomincio da capo, se dovrò allattarli, cambiarli, nutrirli, crescerli. Penso che partorirli sarebbe per me una condanna. Sarei io, a quel punto, a morire, non riuscirei a sopportare il peso di tante, troppe responsabilità, e sono qui a giustificarmi, a dire a me stessa che forse, in altre circostanze, se la mia vita fosse stata un po’ meno complicata. La verità però è che io non vedo l’ora di riprendermi il mio tempo, il mio spazio, perché conto anch’io, anche se a nessuno sembra interessare. Io esisto, sono viva, e spero che i miei figli crescano presto perché io voglio vivere la mia vita.

Che non si parli di egoismi, perché egoista è una società che delega tutto il lavoro alle madri, ai genitori, alla famiglia. Egoista è chi ti obbliga a fare un figlio anche se tu non lo vuoi. Egoista è chi ti dice che devi investire nel valore della vita e l’unica vita della quale non gliene fotte un cazzo è la mia. Egoista sei tu e tu e tu che giudichi con le fette di prosciutto sugli occhi, immaginando che la maternità sia un viaggio verso il paradiso. Egoista sei tu che non capisci che una donna è prima di tutto una persona, poi, se vuole, sarà anche una madre. Poi.

Egoista è chi ci prova, ci prova sempre a farmi vergognare di esistere perché non accetto di essere solo una macchina da riproduzione. Abbiate cura di voi, care donne, perché se non lo fate da sole nessuno lo farà mai per voi…

Ps: è una storia vera. Grazie a chi me l’ha raccontata. Ogni riferimento a cose, fatti e persone è puramente casuale.

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8 pensieri su “Tra qualche giorno abortirò, perché voglio vivere la mia vita!”

  1. Leggo e penso che è fortunata ad avere vicino un marito che la capisce e la sostiene, e che purtroppo non è così per tutte.
    A quelli che sono così stupidi da credere davvero che la disabilità sia imputabile alle cause che credono rigirerei la domanda “E tua madre cosa mangiava quando era incinta visto che sei così tarato?”

    1. L’ignoranza è la stessa della mentalità che per secoli dava la colpa alle donne per non essere in grado di dare un erede maschio, purtroppo non erano a conoscenza del fatto che la X o la Y determinanti al sesso del nascituro erano compito del seme maschile. Donne ripudiate perchè non in grado di figliare maschi, necessari, superiori e indispensabili sopra qualsiasi figlia femmina per un patriarca degli anni passati (e purtroppo anche presenti).
      Questa mentalità maschilista è sempre viva, presente e l’era moderna non l’ha minimamente attenuata anzi nonostante la scienza sia andata avanti, purtroppo in angoli assai ignoranti della terra vigono ancora queste storie mitologiche paragonabili ai miti greci che volevano la dea Atena concepita dal capo di Zeus.

  2. Ho un pensiero un pò strano sull’aborto, un pò legato alla legge che lo consente, ai principi cristiani e al senso di responsabilità ficcatomi nella testa dalla famiglia. Ma con questa storia sto scoprendo alcuni lati della personalità umana che non conoscevo. Ad una madre si richiede tanto, la società vuole tanto da lei, che rinunci al lavoro, alla carriera, alla sua vita e alle sue esigenze. Però nessuno mai si chiede cosa una donna voglia.

    Tempo fa ad una sentenza il giudice disse che l’aborto è stato introdotto non solo per le cause prestabilite dalla legge, ma per salvaguardare il principale diritto della donna di poter scegliere di cosa fare con il proprio corpo, a prescindere da qualsiasi pregiudizio sociale. Che sia una malata terminale che decide di portare avanti una gravidanza a rischio, o una giovane donna che decide di abortire, dovremmo migliorare il nostro senso di rispetto.

  3. Sono addolorata per te. Sei in un momento di grande dolore e indecisione. Non mi sento di giudicare e penso che le donne reggano sulle spalle gravi responsabilità. Ti abbraccio. Marisa

  4. un figlio disabile, un altro figlio, 40 anni (e qui te lo dico da 40enne: non basta più esser prudenti, occorre blindarsi, si ovula quando capzo pare loro ovvero alle ovaie) due gemelli .. stramazzo solo a leggerlo .. immagino dovessi viverlo .. un abbraccio .. adesso devi solo decidere tu . pro e contro e fai quello che senti più affine al tuo modo di essere e che ti farà meno male

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