Esterno giorno. Io e una conoscente sulla mia vecchissima automobile. Per andare dove dobbiamo andare mi suggerisce una scorciatoia, ma non questa, è quell’altra. Okay, le dico. Perché questa no e quella si? Perché quella è a prova di pompino. Ah si, ecco, come non averci pensato prima? Sommessamente chiedo, con una gran paura di sfidare l’ovvio: ma che vuol dire “a prova di pompino”? Lei mi guarda sorpresa, come se si trattasse della cosa più ovvia del mondo. Davvero non lo sai? – chiede. E no, cara, che mizzica vuol dire? Così, pazientemente, come si fa con una bambina alla quale bisogna spiegare tutto da capo, si mette a raccontare.
Io e il mio ex ragazzo, non quello stronzo, ma quell’altro, il tipo divertente che si è trasferito al noRrrd – con tre erre, così come conviene ad ogni brava fanciulla di queste parti – abbiamo sperimentato un metodo per fare una nostra personale mappa della migliore zona di viabilità urbana.
Osservando il mio enorme punto interrogativo che iniziava più o meno dal cespo di peli pubici fino alla corolla di pelo ascellare destro, sbuffò e assumendo la posa di una matrona in vena di spiegazioni sull’umano senso della vita, continua la sua esposizione dei fatti.
Praticamente: una strada in cui puoi fare un pompino, senza fargli male, a causa di cunette, dossi, tombini di dieci centimetri più alti rispetto al manto stradale, buche mal riempite, sovrastrati di pece nera condita di pietruzze, per ogni scavo cittadino, allora è okay. Se invece incontri tutti questi ostacoli molto dipende dalla lucidità dell’uomo che nonostante tutto mostra una grande maestria nella guida, e molto dipende anche dall’ampiezza dell’auto, dallo spazio tra pancia del guidatore e manubrio e dalla capacità della donna di non dare di denti per ancorarsi al pene ad ogni scossa.
Se lui non mette tanta distanza dal manubrio può capitare che la donna sia schiacciata sul pene, e lì, per forza di cose, un minimo sobbalzo può essere fatale. Dunque si sconsiglia l’esperimento a uomini bassi e/o panciuti e/o amanti delle strade completamente sfatte. Se lei non è molto brava, anche in quel caso, la questione diventa molto complicata. Si consiglia di fare un esperimento, prima, ad automobile ferma. Se lei supera l’esame allora va bene. Se lui va in estasi e non riesce a tenere gli occhi aperti e la mente lucida, anche questo è un gran problema, perché può perfino accadere che lui sia talmente rincoglionito da decidere di: fermarsi all’improvviso (segue craniata della donna e cicatrice sul pene), parcheggiare a minchia (letteralmente) sul marciapiede, andare fuori strada proseguendo verso il paradiso, e in quel caso si spera che non abbiate deciso di sperimentare il sesso orale automobilistico in alta montagna.
Alla mia insegnante di spompinamento automobilistico sono particolarmente indigesti i tombini piazzati male, tanto da diventare, spesso, piste involontarie di decollo per gente in bicicletta o con i motorini. Ecco perché quell’altra scorciatoia va bene.
Chiarito ciò la interrogo, curiosa: ma il problema è che mi vuoi fare un cunnilingus? Lei mi guarda seria, ci pensa su, e dice: “sai, stavo appunto pensando al fatto che forse la strada migliore, quella che è proprio perfetta perfettissima, deve essere a prova di cunnilingus. Vuoi mettere la difficoltà ad affondare la lingua a quell’altezza che è tanto più profonda di un pene?”.
E già – rispondo io – perché il problema è proprio quello della bassezza delle vagine. Bisognerà brevettarne di più alte. Che dici: me la faccio spostare all’incirca verso l’ombelico? Risate. Risate. Risate. Capito come? Pigghiàti ‘nsìgnamentu (seguite il suggerimento)! Arrivederci e grazie. 🙂
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