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AAA debitori anonimi: ho dei debiti e penso al suicidio!

Sono Michela e ho 47 anni. Per colpa di un parente che ha realizzato un’iniziativa commerciale a mio nome, dato che aveva già fallito con la precedente, sono piena di debiti che non riuscirò mai a pagare. Sono assillata dai creditori e non ho la possibilità di rivalermi sul parente perché sono stata tanto ingenua ed è come se lui in quella attività non c’entrasse nulla. Non so se voi sapete com’è la vita quando hai dei debiti che non puoi pagare. Le finanziarie che acquistano i pacchetti di crediti da altre aziende o dalle banche si servono di molestatori di professione. Sono stalkers che ti intimidiscono e minacciano in ogni modo possibile, via mail, con lettere o telefonate a tutte le ore. Praticamente tu non hai più una vita e l’ansia ti accompagna ogni minuto. Non serve dire che non hai soldi, giacché loro lo sanno, perché se scoprissero che tu hai un guadagno andrebbero a prelevare soldi direttamente alla fonte. Però ti minacciano di fare danno a te o ai tuoi cari e alla fine della giornata, per ogni momento in cui tu hai provato comunque a esistere e respirare, ti senti in colpa per tutto, perché per chi ti intimidisce tu non avresti proprio più il diritto di vivere. Ci sono alcune persone che di mestiere, probabilmente pagati male e in misura equivalente ai crediti che riescono ad ottenere, fanno gli istigatori al suicidio.

Ho tentato il suicidio l’anno scorso e mi sono ritrovata ricoverata in un reparto di psichiatria dove mi hanno detto che mi avrebbero aiutata quanto meno a contenere l’ansia. Soffrivo oramai di veri e propri attacchi di panico. Mi bastava solo sentire lo squillo del telefono, il campanello della porta, vivevo nella costante paura di ricevere la visita di un esattore o un pignoratore anche nel cuore della notte e quando uscivo fuori mi accertavo di non essere seguita perché a quel punto pensavo che queste persone potessero voler farmi di tutto. Non so se a voi è mai capitato o se riuscite a capire quel che passa per la testa di una persona che si suicida a causa dei debiti. Il problema non sono in realtà i debiti, perché se il tuo umore sta bene sai che puoi ricominciare. Possono toglierti tutto ma non i tuoi affetti o la tua vita, i tuoi pensieri, le tue capacità, i tuoi interessi. Se non ci fosse tutta una società che valuta il tuo valore dal fatto che sulla tua testa c’è il timbro dell’insolvenza tu potresti anche esistere, respirare, ogni tanto. Il punto è che in realtà mi pare che si pratichi un’eugenetica economica/sociale che conduce molte persone al massacro. Gente che nuota in un oceano di precarietà aggrappandosi a te e facendoti annegare pur di restare a galla. Chi non lo fa e conta solo sulle proprie forze non ce la fa.

Mi sono chiesta se esiste un’isola in cui quelle come me possono rifugiarsi e ancora mi chiedo come mai la gente dà importanza alla differenza di etnia, razza, religione, quando il vero problema è che siamo tanti poveri, massacrati dalla violenza economica, zombie che tentano di resistere e sopravvivere e che prima o poi metteranno fine a tante sofferenze ingurgitando qualcosa o lanciandosi dal balcone. So che non sono queste le cose che vorreste sentirvi dire ma è quello che penso e quando ricordo il fatto che un anno fa mi hanno salvato la vita quasi provo risentimento nei confronti di chi l’ha fatto. Ci penso ancora, a morire, e gli psichiatri possono chiamarla depressione, io la chiamo via di fuga. Vigliacca, certo. Ma è più vigliacco chi soffre e dichiara la sconfitta o chi insiste facendoti del male e istigando al tuo suicidio?

Dimenticavo: non sono sposata, non ho più neanche un lavoro. Ogni tanto ho pensato che emigrare mi avrebbe fatto bene ma non ho i titoli e le competenze per sperare in un lavoro all’estero, in special modo perché oramai ho quasi 50 anni e non ho più l’energia che avevo una volta. Vivo con mio padre, pensionato, e non faccio sesso da non so quanto. Non vedo degli amici o delle amiche non so da quanto e non ho una vita sociale perché mi vergogno. Ho perso il contatto con il mio corpo. Non so più nemmeno se desidero o posso essere desiderata. Non mi masturbo da tantissimo tempo e sono emotivamente sfinita, anche se tento di non darlo a vedere per dare una mano a mio padre. Non esco, tranne che per fare la spesa, e temo il giorno in cui mio padre non ci sarà più perché non avrò più nessuno e non saprò neppure come campare. Guardo a volte programmi idioti in televisione, mangio carboidrati per anestetizzare, e nel frattempo piango. Sto su internet a  tentare di distrarmi interessandomi di cose che non mi interessano affatto. Poi arrivo sul tuo blog, tra le righe sento una grande umanità, tanti post dedicati a chi è precario e chi lo gestisce è precaria come tante altre persone, e allora sento che posso sfogarmi, parlare, dire quello che sento, perché più di tutto, in questi casi, è la solitudine, il senso di colpa, a fare male. Chissà se da qualche parte c’è un’associazione AAA Debitori Anonimi, in cui posso andare e dire: “Ciao, sono una debitrice, e penso spesso al suicidio… è da tantissimo tempo che non faccio debiti e quelli che ho fatto in realtà non li ho neppure fatti io… però i creditori mi inseguono e io ho la sensazione di essere costantemente braccata… non riesco più neppure a respirare e qualche volta mi pare che il cuore non batta più… non ho nulla da restituire eppure continuano a perseguitarmi… ditemi come fare a sopravvivere perché non ce la faccio più”.

Ps: è una storia vera. Grazie a chi me l’ha raccontata. Un abbraccio a Michela, alla quale posso solo dire che i debitori, in questa nazione disgraziata, sono molti più dei creditori. Se non hai niente non possono toglierti niente e se ti minacciano e usano metodi illegali per chiederti i soldi denunciali. E no, da quel che so, non possono togliere la pensione a tuo padre. Per questo però dovresti rivolgerti ad un avvocato. Io posso solo mandarti un grandissimo abbraccio e con me sono sicura che anche molte persone che leggeranno questo post vorranno abbracciarti forte. Resisti, Michela, non perché io pensi che il suicidio sia un peccato mortale, perché sono atea, ma perché dargliela vinta agli ingranaggi di merda del capitalismo non mi sembra giusto. Fatti venire fuori la rabbia. Rispondi incazzata ai tuoi creditori e non farti intimidire. La povertà non è una colpa e non avere soldi non lo è altrettanto. Ho riassunto qui quello che mi hai scritto e ci sono, qui, per te. A presto. Con solidarietà, Eretica.

19 pensieri su “AAA debitori anonimi: ho dei debiti e penso al suicidio!”

    1. Per quanto riguarda i debiti nessuno ti può togliere nulla.
      E se un giorno come ti auguro troverai un lavoro al massimo ti possono pignorare un quinti dello stipendio.
      Ma il tuo stato D animo devi aiutarlo tu ricercando i vecchi amici perché non C è nulla da vergognarsi.
      Ti abbraccio forte Michela

  1. Dai Michela siamo in tant@ nella merda sino al collo, e a volte capita di scendere un pò più in giù, ma non farti togliere la gioia di vivere, si deve vergognare, arrossire chi ha creato questo sfacelo, e non chi ne subisce il peso e la conseguente stanchezza senza fine…

  2. No, non possono pignorare la pensione del padre. Raccolga prove delle pratiche di intimidazione, e si inventi depressioni credibili. Cosí il debito se lo rimborsano da soli.

    1. Grazie di questa conferma perché immagino che la conforterà. Lei mi ha prospettato conseguenze enormi e io non ho le competenze per smentirle. Ha il timore che pignorino perfino i mobili comprati dal padre. Teme che le portino via il computer che è l’unica cosa che le permette un minimo di contatti di qualità con il mondo esterno. pensa che le toglieranno l’aria. Le ho detto che ci sono dei limiti e che quel che non è di sua proprietà non possono toglierglielo ma pare che i creditori, o chi per loro, la minaccino di toglierle anche il diritto di vivere. Non credo però possano farlo, no?

      1. Sicuramente starà tra i cattivi pagatori, non può pigliare mutui nè auto a rate, o fare abbonamenti telefonici quelli col finanziamento che ti regalano l’iphone 6.
        Ciò che non è suo non possono pignorarlo. Ma prima o poi, probabilmente erediterà la casa del padre, se è di proprietà. Io penserei ORA a come disinnescare questa eventualità…
        Le consiglierei di raccattare un due o trecento euro e parlare con un medico legale.
        Se si rivolge a qualche patronato magari una consulenza medico legale potrebbe essere pure gratis.
        Per il resto io non consiglierei mai a nessuno di costruire un quadro patologico grave la cui causa efficiente siano dei comportamenti persecutori, che a volte potrebbero addirittura essere causati dalla malafede del malato che si sia volontariamente messo in condizione di facilitare o peggio provocare tali persecuzioni.

      2. Funziona piu’ o meno cosi’: i crediti esigibili sono ceduti a societa’ di recupero ll personale, forse selezionato tra chi è piu’ maleducato e/o stronzo, opera piu’ o meno come il mafiosetto che va a chiedere il pizzo oppure si arriva ad atteggiamenti inquisitori da gestapo . I toni sono spesso aggressivi e molto molesti, si adottano diverse tattiche a seconda di chi pensano di avere di fronte.
        Una persona mi ha raccontato che quando diceva di non poter pagare al momento perche’ malato, dall’altra parte si scatenava cattiveria allo stato puro del tipo: non è un mio problema si dovrebbe vergognare di non avere neppure 100 euro per pagare la rata. Un altra assurdita’: mi hanno licenziato appena mi riassumono provvedo e dall’altra parte: peggio per lei che ha perso il lavoro, ci doveva pensare prima a non indebitarsi, si deve vergognare le do tempo fino a domani. Spessissimo usano la parola vergogna e non a caso ovviamente.
        E piu’ sentono mortificazione e piu’ si rafforzano e piu’ infieriscono perche’ capiscono di aver toccato un punto dolente e forse di avere una possibilita’, Le soluzioni a questo tipo di atteggiamento sono prima di tutto alzare il tono della voce che non deve essere del tipo abbiate pieta’ di me, non avranno MAI PIETA’ poi dire: ma come si permette la registro e la denuncio per minacce ai carabinieri, Oppure usare l’ironia : sono un barbone se vuole le possa dare la mia coperta, anche dire lei si deve vergognare perche’ fa un mestiere di merda ed ha un comportamento di merda, non è male
        La maggior parte di queste societa’ di recupero non hanno alcuna etica professionale e come i mafiosi fanno leva sulla paura. L’unico consiglio che posso dare è rispondere a muso duro, potrebbe aiutarti……
        ciao Letizia

        1. si ma se insulti loro ci sta che questi ti denunciano per ingiurie. chissà con chi hai a che fare. e comunque non è che si può fare questa cosa del dare tempo fino a domani. c’è una burocrazia da seguire. tribunali, decreti ingiuntivi, avvisi, notifiche. comunque io ‘sta gente la denuncerei per istigazione al suicidio.

          1. appunto c’è una burocrazia anche lunga e cmq dipende dal tipo di debito e se no perche’ usano frasi mafiose come ti do tempo fino a domani, che non esiste. il punto è che questi non possono usare minacce neppure velate, e lo sanno perfettamente, pero’ ci sara’ un clima lavorativo orrendo nelle societa’ di recupero e fanno leva anche sull’ignoranza. Chi telefona si deve limitare ad avvisare il cliente punto, non deve minacciare e io intendevo di rispondere a muso duro se ti minacciano e t’insultano . Cmq forse è il caso che si consulti con un associazione consumatori seria o con un avvocato, l’importante è che non si faccia piu’ mortificare per poter agire con piu’ forza…..penso

  3. come ho scritto su facebook qui il problema non è solo di Michela ma mi fa venire in mente lo stato del movimento di gente che dovrebbe occuparsi di queste cose. Come ho scritto “Mi scrive una donna che ha dei debiti e non riesce a pagarli. Una persona intelligente, piena di ansia e alla quale non posso offrire altro che un po’ di conforto via mail. Posso scrivere la sua storia, posso condividerla con voi, ma è in questi casi che mi sembra sia tutto inutile. Mi sento impotente, penso al mio femminismo che non può esaurirsi con le parole, penso che tra compagni, anche precari, non siamo ancora riusciti in una cosa fondamentale, formare una rete solidale, con spazi che restituiscano un minimo di qualità della vita a persone come lei. Con luoghi di supporto, un tetto, una cosa da mangiare, gruppi di persone con le quali ci si sente al sicuro. E invece, fuori dalle grosse metropoli in cui ci sono delle esperienze di coabitazione solidale, sempre sotto al mirino di chi vorrebbe sgomberarli, non si trova nulla e tutto ciò che non riesci a fare o a inventarti sembrerebbe colpa tua. E’ sempre tutto colpa tua. Perché deve andare così? Perché?”

    1. perche’ deve andare cosi’?
      Perche’?
      Sono d’accordo: parliamone. Ci sara’ qualcosa che si puo’ fare, certo. Qualcosa di istituzionale c’e’, con tutti i limiti da una parte e dall’altra. Qualcosa di non istituzionale, duole dirlo, non c’e’.
      Non e’ un caso che ci si confronti qui. Magari da qui puo’ partire qualcosa.
      Sono aperto, sono ricettivo. Anche solo come confronto, perche’ proposte, o idee, non ne ho. E mi dispiace davvero.

  4. Cara Michela, Vivi ti ha lasciato un messaggio su facebook: “Ciao Michela, sono un avvocato, non possono togliere la pensione a tuo padre. Potrebbero pignorare un quinto della stessa solo nel caso sia stato garante del debito da te assunto.
    Per la casa non mi dici se é di tua proprietà. Se non lo é ed é intestata a tuo padre, quando non ci sarà più, passerà a te in toto o in quota se hai altri familiari cui spetta. Solo allora potranno aggredirla.
    Permettimi solo una piccola annotazione personale, la vergogna non dovresti provarla tu ma quell’inqualificabile essere che ti ha messa in questa situazione. Puoi denunciare gli uomini neri che ti perseguitano perché non é così che si recupera un credito. Così si travalica ogni umanità. É gratis va dai carabinieri e esponi le tue ragioni. La legge farà il suo decorso per quello che in Italia é possibile senza essere tutelati da un avvocato.
    Ci sono poi varie associazioni che tutelano i debitori tipo “aduc”, digita su internet tutela debitori e scegline una a te vicina. Non so come funzionano e se l’hai già fatto, ma tentar non nuoce.
    Un ultima cosa, nn farti massacrare da questi avvoltoi, non dargliela vinta!”

  5. Ciao! Sono nella tua stessa situazione, perche` a 18 anni ho intestato una ditta a mio padre. Ora ne ho 24 e ho banca, equitalia e fornitori sul collo. Io al contrario come carattere sono molto tranquilla e rilassata, quindi rispondo con ironia dicendo che appena avro` rapinato una banca vedranno i soldi. Ma ho un figlio di due anni e forse e` lui a darmi questa forza…l’unica cosa ora e` che mi ha preso di mira la finanza e ho paura. Non possiedo niente per quanto riguarda scontrini, fatture e documenti e non so come dimostrarlo. La mia paura piu` grande e` il carcere. Non dormo piu`…

  6. Michela ciao…se fossimo a ciao Darwin sarei anch’io della categoria Debitori ” e ne sono fiero !!!”
    …scherzi a parte , il tuo sfogo , è un sentimento che capisco , poiché è confidabile solamente a chi non conosci , oggi come da sempre , siamo un po costretti a non esternare , a ricevere colpi che rimbombano all’esterno della nostra corazza , che il tempo ci ha insegnato ad indossare .
    (La mia)
    Dopo vari traslochi da Nord a Sud dei miei genitori , dopo aver abbandonato gli studi , dopo aver interrotto il servizio militare , dopo milioni di cose interrotte .
    Inizio ad interfacciarmi nel mondo del lavoro che apprendo ad arte e dovere , da un uomo che viveva di lavoro e dignità . ( interrotto anche lui . Infarto ) mio padre .
    Decisi ingenuamente , poiché , le conoscenze e la voglia di apprendere sempre di più , di continuare da libero professionista . ( 21 anni )
    Primi due anni , favolosi .
    Guadagni , campi larghi di conoscenze , nessun debito , un vero e proprio Truman show …è bastato una nuova interruzione per sgretolare tutto .
    Ebbi un ritiro di patente come regalo di Natale nel 2005 .
    Iniziai a non poter girare per i vari clienti , a non poter essere reperibile , a non avere più entrate , ad iniziare ad accumulare debiti .
    Per “campare” ho iniziato a svendere le mie conoscenze , che dopo ampliamente apprese da nuovi investitori , mi si sono rivolta te contro . Da persona che rese possibile il cambiamento di molte famiglie , diventai il vero zimbello del mercato . Nella vita nessuno di dice grazie .
    Chiusi tutto .
    L’orgoglio di credere di poter risalire mi ha fatto sempre da padrone , negli anni sono ripartito e tuttora lo faccio ogni volta , da zero .
    Le difficoltà hanno segnato le mie spalle , curve , ma forti . Ho pensato anch’io a gesti estremi : ..ed è qui che posso permettermi di poter condividere questo mio pensiero . Da perdere abbiamo tutti quanti la stessa cosa ; tutti . Ma per niente e per nessuno mai , ci possono imporre di interrompere la nostra strada .
    Fiero di poter regalare un sorriso .
    Un saluto .

  7. Ciao, io sono nella tua stessa situazione. Indebitato fino al collo, ho spesso il desiderio e l’impulso di farla finita, ma poi ci ripenso e penso che non valga la pena darla vinta a banche e finanziarie. Perchè, anche se ti suicidi, banche e finanziarie non smetteranno di perseguitarti, stanne certa, e perseguiteranno anche i tuoi familiari. Certo, non bisognerebbe indebitarsi, ma chi di noi non lo fa? Già il mutuo è un debito che ti porta via quasi la metà dello stipendio. E bisognerebbe insospettirsi, al contrario, quando banche e finanziarie concedono mutui e prestiti con troppa facilità inducendo il consumatore a ulteriori indebitamenti che hanno l’effetto domino fino, appunto, a strozzarti. Io preparo puntualmente delle lettere di addio che, altrettanto puntualmente, strappo, mi aiutano a sopravvivere. Viviamo in un Paese governato dalle banche, tanto è vero che TUTTI i governi trovano i soldi per foraggiarle indebitamente. Le Associazioni dei Consumatori, a fronte di questo strapotere, sono farraginose e le procedure giudiziarie (parlo delle legge 3/2012 “salva suicidi”) richiedono comunque l’assistenza legale che costa, e tanto! Un abbraccio

  8. Ciao Michela ho letto ora il momento che hai passato e che stai ancora passando, non so, ma ti voglio scrivere.
    Sono Robi e vivo a Milano, ho lavorato tanto nella vita, ho 52 anni, e ora mi ritrovo senza lavoro perché la mia azienda è fallita.
    Come tutti ho dei debiti di vita quotidiana più un attività andata male, insomma non sono messo bene.
    Ma sai quello che mi fa più rabbia che oramai il mondo del lavoro a questa età non si accorge più di te.
    Ho voglia di lavorare di ricominciare ma sbatti contro la realtà. Troppo vecchio.
    Sinceramente sono depresso ma credo sempre in una occasione che può capitare almeno lo spero, ho dei figli e devo vivere per loro.
    Come vedi non sei sola.
    Un abbraccio e andiamo avanti

  9. Stesso problema mio,io lavoravo fisso ho comprato auto e altre cose ,poi non ho più un lavoro fisso e 35mila di debito con finanziarie che ora han dati tutto a kruk. Penso al suicidio spesso ,abitando con mia madre che non sa nulla non vorrei dargli un dispiacere così grande…. 35mila euro di debito ,non ho un lavoro stabile …. non ho più neanche la macchina… la.casa è di una sorella…. penso non mi possano far nulla. Ma.sicuramente quando ci penso sto male e vivo male……non vedo via d uscita

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