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#SexWorking: Le abolizioniste della prostituzione violano i nostri diritti!

Immagine dalle Zoccole Dure
Immagine dalle Zoccole Dure

Questa è la sintesi di una discussione tra me e una sex worker che vive in Germania. Lavora presso un luogo legalmente a posto e paga regolarmente le tasse. Ha un figlio e una compagna. Il figlio da una precedente unione e ora ama una donna. E’ andata via dall’Italia un po’ di anni fa e mi racconta come, a causa della legge italiana, si sia beccata un’accusa di favoreggiamento della prostituzione perché lavorava nella stessa casa assieme ad un’altra con la quale aveva stretto un patto di reciproca sicurezza. In Italia anche solo vivere insieme a una persona che esercita quel mestiere ti mette nella condizione di essere accusata di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

E’ migrata dopo aver scontato la pena e ora è abbastanza disorientata perché è già stata vittima di una legge che avrebbe dovuto tutelare anche lei e invece l’ha criminalizzata senza una ragione. Lei legge a proposito di gruppi di abolizioniste fanatiche che hanno l’intenzione di fare diventare clandestino e illegale il suo mestiere. Le abolizioniste dicono di voler salvare le vittime di prostituzione ma le leggi per aiutare le vittime di tratta ci sono già. Quello che in realtà vogliono è far dichiarare illegale il sex working anche per le persone che lo svolgono volontariamente.

Il loro credo impone che una donna non possa mai scegliere liberamente di fare quel mestiere perché loro non lo farebbero mai. Però io non sono loro – mi dice F. – e sono sicura e consapevole quando ti dico che ho scelto di fare questo mestiere. Non mi ha costretta nessuno e non mi pento assolutamente di niente.

F. dice che nel nord Europa il movimento di donne abolizioniste riempie di insulti quelle come lei. Racconta come dopo una manifestazione di sex workers contrarie alla penalizzazione del mestiere e dei clienti alcune abolizioniste siano andate a incrociarle per sputare loro addosso. Dice che un paio di sex workers che avevano appena lasciato il corteo sono state aggredite in una strada laterale da persone che prima hanno tentato di rifilargli dei volantini e quando le sex workers hanno detto che avevano partecipato alla manifestazione gli è stato detto che erano delle persone orribili, che non avevano pietà per le vittime di tratta e che i maschilisti gli avevano fatto il lavaggio del cervello. Una delle due sex workers era una trans e a lei è stato detto che la sua opinione non conta, perché le trans sarebbero in realtà dei maschi travestiti che conservano la sessualità malata degli uomini.

Dopo aver lanciato accuse e mille insulti le abolizioniste sono andate via come fossero delle neofondamentaliste antiabortiste all’assalto di donne che dichiaravano la libera scelta di abortire. F. dice che questa è pura follia, perché anche le sex workers che fanno quel mestiere per scelta sono contro la tratta e lottano affinché lo sfruttamento cessi di esistere. Esistono luoghi legalizzati per esercitare quel mestiere in assoluta sicurezza e le aggressioni verbali e mediatiche delle abolizioniste non fanno altro che ricacciare nella clandestinità le sex workers, soprattutto quelle migranti.

Mi dice che le associazioni in rappresentanza dei diritti delle sex workers vengono costantemente diffamate dalle abolizioniste ma che se non fosse per loro tante donne sarebbero lì a non pensare alla prevenzione da malattie sessualmente trasmissibili. Quello che fanno le abolizioniste equivale a quello che fanno alcuni fondamentalisti religiosi quando negano la possibilità d’uso del preservativo e favoriscono il contagio da Aids. Così le abolizioniste dicono che il sex working sia solo una modalità perversa di esercitare la sessualità e quasi sperano che le malattie favoriscano l’estinzione delle prostitute consapevoli.

Il clima che si vive in questo momento, nel nord Europa, grazie alla lobby delle donne che pratica abolizionismo e la religione antiporno, è veramente pessimo. F. dice che non potrebbe sopportare di trasferirsi ancora e che ha capito quanto è grave quel che stanno facendo quelle fanatiche quando suo figlio è tornato da scuola e le ha chiesto se lei effettivamente fosse una donna libera. F. ha già sentito di decisioni istituzionali in favore della sottrazione dei figli da donne che si prostituiscono, e se non fosse che il figlio sta alle superiori avrebbe il timore che tanto potrebbe avvenire anche a lei.

Come è possibile che invece che andare avanti stiamo andando indietro? Da dove vengono queste donne che vogliono salvarci anche se non vogliamo essere salvate? Non so, le dico. Di sicuro si definiscono femministe e stanno rendendo il dibattito tra femminismi una specie di scontro tra fondamentalismo e laicismo. E’ diventato impossibile parlarsi senza subire i loro insulti.

Le chiedo: F., se da te passasse la norma che obbliga alla schedatura nazista delle puttane e a tutta un’altra serie di imposizioni antilibertarie, tu rimarrai in Germania?

Risposta: no. Andrò in Svizzera, forse, o in Austria. Nessuno più mi sbatterà in galera perchè svolgo un mestiere che nessuno mi ha costretto a fare.

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Risorse:

—>>>il network delle organizzazioni europee composte da sex wokers: http://www.sexworkeurope.org
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