Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze, Violenza

Il toto Piano Antiviolenza del Governo: quanto ci prevaricheranno?

Cioè, tra i punti del piano straordinario contro la violenza sulle donne c’è la tutela della salute “riproduttiva” delle donne. Non della salute e basta della donna in quanto persona, ma della sua salute in quanto contenitore ingravidabile. Mi dà questa dritta, affranta, Nadia Somma, e vi suggerisco di leggere il suo ultimo post che racconta un po’ come si sta svolgendo la “consultazione online”.

In attesa di analizzare tutti i punti, e di restituirvi con un post la mia analisi, a caldo butto lì un’ipotesi su quel che potrebbe essere il futuro della politica di tutela nei confronti delle donne. Il linguaggio che si parla è fascista, donna soggetto debole, moglie e madre, coperta il più possibile, sotto tutela di un uomo forte, un governo forte.

In nome della tutela della salute riproduttiva delle donne si minacceranno le donne di galera nel caso in cui non denunciano le violenze se queste mettono a rischio il “nascituro”. Si minacceranno le donne di galera anche quando decideranno di non denunciare se le violenze si svolgono in presenza di figli. Si minacceranno di denuncia e sottrazione dei figli. Si minacceranno di sottrazione dei figli anche se non si comportano bene, non si vestono bene, perché se lo Stato assume totale controllo sul tuo corpo, che tu gli hai affidato in nome della “tua” sicurezza, quel che succede è che si manda a quel paese l’autodeterminazione e si subiscono una serie di imposizioni che partono dal presupposto che tu sia una deficiente. non in grado di intendere e volere, e che in fondo le violenze sono un po’ colpa tua perché non decidi di andartene per tempo.

Poi, le donne potranno contare anche su una “tutela” che riguarda la censura di immagini in cui è esposto il corpo femminile, alla faccia della libertà di scelta delle donne che si espongono. Si censureranno le immagini hard, si metterà becco sulle pratiche sessuali, mettendone al bando alcune, un pò come stanno facendo gli inglesi, e questo a prescindere dal fatto che da parte tua ci sia consensualità.

Dopodiché le donne saranno tutelate anche quando non l’hanno chiesto. Si procederà con le denunce d’ufficio, con la delazione da parte dei vicini, ma soprattutto con la medicalizzazione della violenza sulle donne, intendendo la donna che subisce violenza una malata da curare, per il suo stesso bene, a suon di catene e sedativi che la tengano lontana dall’idea di proseguire la relazione violenta.

Si immaginerà un percorso in cui le donne sono private della possibilità di crescere, mentre prendono atto del fatto di essere vittime di violenza, e dunque vedremo procedimenti istituzionali invasivi, che interverranno anche se non richiesti o anche se non ce n’è bisogno. Si immaginerà che una donna che fa sesso, consensuale, praticando il bdsm sia in realtà una vittima inconsapevole e dunque bisognerà aiutarla suo malgrado.

Quello che potrebbe succedere, se non fermiamo questo treno conservatore in corsa, è che a furia di urlare all’emergenza questi prendono il corpo della donna, stabiliscono che è colpevole quando resta con l’uomo violento e la prevaricano se è incinta, se ha figli, o se è sola e qualcuno dice che non sta benissimo. La violenza diventa un fatto di ordine pubblico ma anche un problema sanitario, così come dimostra il Percorso Rosa già avviato negli ospedali. Tu sei malata in quanto vittima di violenza e per malata si intende che sei pazza.

Questo era quello che volevate? Io no. facciamo qualcosa. Vi prego.

 

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