Antiautoritarismo, Autodeterminazione, La posta di Eretica, Precarietà, R-Esistenze, Storie, Welfare

Senza reddito e casa, chi sta male è sol@!

Linda racconta un pezzo di vita. Lo condivido con voi perché ci riguarda tutte. Parla di precarietà, bisogno e di come senza reddito e casa, per le donne, ma anche per gli uomini, non ci sia libertà. Quante sono le donne che vivono in luoghi che non amano perché non sanno come campare? Quante donne continuano a stare con uomini che non amano più perché non sanno dove andare? Quante sono le persone che vivono in situazioni di conflitto, insanabili, per puro bisogno? Ecco, in questa storia ce ne sono alcune. Un abbraccio a Linda e alle donne di cui lei parla.

>>>^^^<<<

Vi racconto una storia vera. Parla di questo momento storico, di donne e di non libertà.
Alcuni giorni fa sono uscita con una mia amica. Una professionista che lavora nel campo delle tossicodipendenze, una psicologa con 30 anni di esperienza alle spalle.

Mi racconta che nella cooperativa in cui lavora hanno prima ridotto il personale, ora stanno riducendo i turni per i dipendenti superstiti, i più fortunati. Mi fa diversi esempi di che cosa hanno significato concretamente in questi anni i tagli allo stato sociale sia sulla qualità del loro lavoro, sia sulle loro condizioni materiali. Disoccupati la maggioranza, e chi resta si sente un miracolato.

Mi ha raccontato che il capo coordinatore del personale in questi giorni sta andando in giro tra i dipendenti, pagati secondo il nuovo orario ridotto, a chiedere la disponibilità di fare volontariato, cioè lavorare gratis per una parte del tempo. Lavorare gratuitamente, proprio così.

Al momento nessuno ha dato disponibilità, ma lei è sicura che non saranno pochi quelli che accetteranno. Accetteranno qualsiasi condizione per non restare senza lavoro, ha detto, ne sono arcisicura. Penseranno che solo così l’azienda non chiuderà, e che solo così, dimostrando spirito di sacrificio e abnegazione totali, resteranno nell’organico per una manciata di spiccioli, per non morire di fame.

Mi ha raccontato che la maggioranza del personale specializzato è composto da donne e che alcune di loro, nonostante siano ultraquarantenni, in fretta e furia stanno riprogettando le loro vite a ribasso, alcune lasciando le proprie case perché non hanno più la possibilità di pagare l’affitto. Altre andranno a vivere dai genitori o parenti vari. Altre torneranno con i loro ex, uomini che hanno lasciato da tempo, così almeno avranno garantito un tetto sopra la testa. Queste ultime mentre lo raccontano, mi ha detto, piangono.

Io stessa – è la mia amica che parla – se non amassi mio marito, oggi come oggi non mi sognerei di lasciarlo perché ha una casa di sua proprietà. Lasciare un uomo con una casa sua è un lusso che si possono permettere solo le poche garantite. Le chiacchiere stanno a zero.

Mi ha chiesto un consiglio. E ha aggiunto: concreto, per favore. Mi ha chiesto un consiglio concreto, non un elenco di principi e di enunciazioni. Un consiglio soprattutto per le sue colleghe disposte a lavorare gratis e disposte ad accettare l’inaccettabile per non finire per strada a 50 anni suonati.

Non sono stata in grado di dire nulla. La terribile verità è che la fine del 900 ha tracimato anche quel tessuto sociale solidale di riferimento che un tempo è stato la salvezza. Oggi regna sovrana la legge per cui ognuno pensa solo a tenersi stretto ciò che ha, fosse pure una piccola cosa. Addio solidarietà. Addio ad aprire case e dire tutto ciò che è mio è tuo. Ed è così che chi sta male è solo. Chi sta male è sola.

3 pensieri su “Senza reddito e casa, chi sta male è sol@!”

  1. Terribile…
    Io ho 25 anni, laureata, e finora ho lavorato gratis in Italia (perché se sei giovane devi costruirti “esperienza”, ma se non ce l’hai non ti pagano). Mio padre a 50 anni é finito in cassaintegrazione, per fortuna mia madre lavora ancora.
    Quale sará il futuro per il nostro Paese? Non riesco a vederne uno accettabile. Per quanto mi riguarda proveró ad emigrare (ma ho altri motivi a spingermi, oltre alla mancanza di lavoro)…

  2. E questo discorso vale anche per i più giovani, donne e uomini…
    A quelli che si scagliano contro i “bamboccioni”, vorrei far conoscere tant* che sono costretti a continuare a convivere con genitori e/o fratelli che non sopportano più!
    Altro che “vita comoda” con mammà!

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.