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Il mondo ipocrita di certi puttanieri romani (dedicato ad Andrea!)

Leggo dalla composizione delle persone accusate nell’inchiesta per sfruttamento della prostituzione minorile che alla fine si tratta sempre e solo della stessa merda. Non parlo delle loro mogli e non mi piace il fatto che si insultino e si straparli con soddisfazione per dedicare un “ben le sta” compensando in maniera anche sessista un puro risentimento politico. Parlo dei mariti, ché i media schedano oggi trattandoli da mostri, e lì vorrei vedere quanti di quelli che oggi partecipano alla gara all’indignazione poi sono andati a tredicenni e nei bei mondi in cui regna il turismo sessuale. Parlo di questi uomini d’alto bordo che hanno famiglie e figli, o sono discendenti di culture di destra e che possibilmente stanno lì a romperci le scatole con pregiudizi sulle donne, il nostro ruolo destinato alla maternità e alla cura, l’obiezione all’aborto e via di questo passo.

Parlo del fatto che indicare il mostro, il singolo, è facile perché si sposta l’attenzione che in realtà dovrebbe, secondo me, essere concentrata sulla matrice culturale che genera tutto questo. Perché si tratta di una faccenda diffusa, a tratti anche legittimata, il cui impatto sociale vedi solo quando queste ragazze cavalcano autonomamente spinte e fenomeni e ne fanno uno strumento di emancipazione dal bisogno economico. Per la serie che sei quel che sei finché e come lo diciamo noi ma se ti metti in proprio allora contro di te si scatena il finimondo. Così è per le sex workers, adulte, che scelgono di vendere servizi sessuali e chiedono regolarizzazione e così è per le tante post/adolescenti dello show business nella moda, nella tv, nell’industria cinematografica o discografica, che scelgono cosa fare, come mostrarsi, come promuoversi e come vendere la propria immagine.

Quello che emerge, a parte un paio di nomi che trovo comunque brutto siano messi alla gogna, come se non ci fossero familiari da tutelare e figli e persone care che soffrono per questo, è che mi sembra si tratti di un contesto in cui regna sovrana l’ipocrisia. Tra gli altri pare ci siano uomini di destra, si parla anche di un figlio di un parlamentare di destra, persone che evidentemente dicono una cosa e poi ne fanno un’altra. Il mondo dei due pesi e delle due misure. Quello in cui in privato fai – e lo dico senza moralismi – ciò che ti pare e in pubblico chiedi al mondo di tenere stretti i corpi e di costringerli in nome e per conto non si capisce di chi. Penso al fatto che questi umori di destra, familisti, anti/gay, antiabortisti, al pari di certi moralismi di sapore paternalista/socialdemocratico (o democristiano) che con il pretesto di “proteggerci” vedi lì a produrre sessismi e a progettare leggi e controleggi per ricoprirci e sovradeterminarci come santa madre chiesa (la loro) vuole, questi destrismi, insomma, sono poi gli stessi che leggi quando stanno a commentare con stupore le brutte abitudini delle fanciulle d’oggi o la loro presunta tendenza, in realtà smentita dai dati, di ricorrere alla contraccezione d’emergenza o all’aborto come si trattasse di bere un bicchier d’acqua.

Non vado di generalizzazioni perché non lo so per certo ma quello di cui sono sicura è che gli umori destrorsi sono gli stessi di chi sfila al family day chiamando assassine le donne che abortiscono e poi possibilmente li vedi accompagnare le ragazze da privati per liberarsi dell’impiccio. Sono gli stessi di chi ti rompe l’anima sulla libertà sessuale che tu vorresti avere in relazioni consensuali, gratis, con persone maggiorenni ma dello stesso sesso. Sono quelli di alcun* che se la prendono con chi non ha alcuna intenzione di sostenere la facciata ipocrita della famiglia eterosessuale e vuole semplicemente amare, essere amat@, vivere e respirare senza alcuna forma di coercizione ideologica da parte di chi vorrebbe imporre un mondo a propria immagine e somiglianza. Sono quelli di chi ha poca affinità con il rispetto della autodeterminazione delle donne salvo quando si autodeterminano per fare un favore a loro. E l’autodeterminazione va difesa sempre, in ogni caso, per noi stesse e non perché possa giovare a qualcheduno.

Perciò mi sembra il momento di piazzare sul tavolo della negoziazione culturale un po’ di sane richieste. Smettete di romperci le ovaie con le “nostre” abitudini sessuali elevando il sopracciglio moralista quando si parla delle adolescenti o delle donne in generale. Smettete di interferire con la libertà di vivere consensualmente e in modo consapevole la sessualità e le relazioni gay, lesbiche, trans. Smettete di romperci le scatole con la faccenda dell’aborto perché non è l’utile metodo per risolvere gli impicci maschili. E’ una scelta che passa dal corpo delle donne e così deve essere. Smettete di giudicarci, restringere le nostre libertà, metterci alle costole le volontarie dei movimenti pro/life perché quando lo fate, nel frattempo, poi siete lì a giocare al dottore con le quindicenni. Smettete di fare finta, di fare gli ipocriti, e tutt* voi, a Roma, ovvero quell* che vengono beccati con trans o prostitute, con trentenni o sedicenni, smettete di raccontarvi differenti perché ogni tanto fate il baciamano a qualche prete. Siete voi, La Grande Bellezza, quell* che partecipano alla narrazione di una contemporaneità che neppure ci somiglia. Quell* che fanno sopravvivere un mondo tamarro fatto di indignazione morale e un pizzico di misoginia. Quell* che poi, forse, diranno che le ragazze sono puttane. Magari è vero. Può essere se lo rivendichino o anche no. Se lo rivendicano non capisco lo stigma e se invece no la questione è un’altra. Ancora più vero è che voi, però, siete quelli che con le puttane vanno.

Quante ne avrebbero da raccontare queste donne o trans in quel di Roma. La stessa città in cui cultura di destra ha voluto che le sex workers fossero stigmatizzate e cacciate ai margini a suon di ordinanze. Quella città in cui si organizzavano ronde transofobe, puttanofobe, razziste e fasciste. La stessa città in cui Andrea, trans, un tempo prostituta, fu prima massacrata di botte da gente intollerante e poi ancora una volta picchiata e infine uccisa. E allora ciao Andrea, tu si, ma solo tu, ora puoi farti una risata.

Ps: Cara Concita De Gregorio, dopo averci deliziato con la descrizione del degrado del mondo delle adolescenti non vuoi onorarci con una descrizione della merda degli adulti?

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6 pensieri su “Il mondo ipocrita di certi puttanieri romani (dedicato ad Andrea!)”

  1. Mi trovo molto d’accordo con quanto scritto.
    Ma un appunto da fare c’è ed è proprio sulla composizione di questo “mondo di adulti”.
    La stessa cultura che da una parte vede e vuole la donna come angelo del focolare, che riempie i muri e le manifestazioni di manifesti e slogan “per i valori della famiglia, per i valori tradizionali, per la famiglia tradizionale”, non è una cultura esclusivamente maschile.

    È maschilista. Ed una visione maschilista della società può averla anche una donna.
    (non necessariamente di destra)

    E se non possiamo e non vogliamo utilizzare quanto accaduto per attaccare la Mussolini sul piano personale, non possiamo dimenticare qualcosa di importante: la Mussolini è la stessa che si è alleata con Fiore e Tilgher, persone che hanno una certa idea della famiglia tradizionale ed in particolare del ruolo della donna; è la stessa che è sempre passata sopra alle storie del nonnino “rubacuori” ma non ammetteva la remota possibilità che sua nonna avesse potuto avere qualche storia; e, soprattutto, una che ha sempre sostenuto Berlusconi (serve che tiri in ballo le nipoti minorenni di Mubarak?).

    Per cui, non possiamo, ripeto, dire “ben le sta”. Ma non dobbiamo meravigliarci e soprattutto dare patenti di “santità” a questa donna. Certe idee, certe scelte politiche, non sono semplici debolezze, differenze culturali, differenti ideologie: dimostrano l’essere complici con questa cultura e questa visione della società.

    1. nessuna patente di santità e men che meno, come tu sai, io addebito la responsabilità di veicolare questa cultura solo a certi uomini. anzi. ma l’insulto di questi giorni alla deputata ha origine in quella stessa cultura. sposta l’attenzione. gente che ha massacrato lei di insulti, inclusi quelli sessisti, per non parlare di quella cultura in se’ e dei puttanieri in particolare.

    1. sangu’, inutile che ti mascheri di vari nick se il tuo ip è sempre lo stesso. ma non ti stanchi a inseguirmi un po’ dovunque per mollarmi lì uno schizzo di veleno? fatti una vita, dai. 😉

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