di Gegen (compagn@ anarchic@)
La risata è un atto anarchico quando viene indirizzata contro il potere e l’autorità, perché li mina alle basi: quelle del rispetto deferente che credono sia loro dovuto. La risata può essere liberata, liberatoria e libertaria se la usiamo contro le strutture che ci opprimono. Quindi questo non è un articolo come tutti gli altri sull’otto marzo. Non serve a fare il punto della situazione o a lamentarsi del presente. È piuttosto un tentativo di passare al contrattacco con l’arma più potente che abbiamo: l’ironia.
La piazza di fronte la basilica di San Petra quella domenica è piena di gente. Tutti aspettano con ansia l’Angelus di Papa Giovanna Paola II, salita sul trono di Petra dopo Giovanna Paola I, durata solo trentatré giorni e morta in circostanze misteriose. Avrebbe parlato della sua nuova Enciclica, la “Virorum Dignitate” che era stata pubblicata la settimana prima e trattava la spinosa questione del sacerdozio maschile, vietato sin dagli albori della Chiesa.
La voce calda di Papa Giovanna si sparge in piazza, trasportata dalle centinaia di amplificatori:
«La vocazione dell’uomo non è quella del sacerdozio. La naturale propensione alla violenza e all’aggressività del maschio è incompatibile con la grazia e la delicatezza che il ministero della sacerdotessa richiede. Certamente essi possono servire Dea con una vita conforme ai Suoi principi, la castità e la povertà, ma non essendo sacerdotesse. Ciò è proibito dalla Bibbia e da tutti i testi sacri che ci sono stati rivelati.» Un lungo applauso si leva alle parole della Papa dalla piazza, composta in maggioranza da uomini di mezza età.
Davanti a ogni peep show, sexy shop o semplicemente edicola che avesse riviste pornografiche della nazione si trovano dei cartelli affissi dai movimenti Pro – Life, inneggianti alla vita fin dalla sua origine, che recitano slogan come “La masturbazione è genocidio!” o “ La vita comincia dall’erezione!”. Ogni primo sabato del mese su tutto il territorio del Paese. Davanti questi luoghi criminali si tiene una veglia di preghiera no-stop di otto ore. I manifestanti (di solito tutte donne) pregano Dea di intercedere per l’anima dei poveri spermatozoi che non vedranno mai un ovulo e non avranno mai la possibilità di diventare esseri umani, ed espongono foto di chiazze di sperma, disegni di spermatozoi piangenti, e a volte pupazzi di gameti crocifissi. Spesso trovano a contrastarli pochi e sparuti uomini Pro – choice, che ammettono la masturbazione e cantano slogan come “Il pene è mio e me lo gestisco io!” o “Tutti casti col pene altrui!”. Ma i Pro – life continuano imperterriti le loro preghiere a Dea.
In un bar due donne condividono una birra sedute sugli sgabelli. Vedono passare un uomo piuttosto belloccio, in tiro per la serata e lo fischiano. Quando si allontana imbarazzato scoppiano in grasse risate. «Certo che se stasera a quello gli finisce male è colpa sua!»
«Eh, ad andare in giro vestito così magari attizza la donna sbagliata e finisce stuprato.»
«Ma certo non sarebbe colpa di quella, ma di lui che si veste così provocante, insomma se lo sta andando a cercare!»
«Cambiando discorso, hai sentito di Maria? Ieri sera in discoteca se ne è fatta tre!»
«Ammazza che gran figa! A proposito, li vedi quei due nel tavolino laggiù in fondo? Secondo te sono froci?»
«Si sono pure baciati mentre eri al cesso, sono degli svergognati! Si vede che non hanno ancora incontrato la donna giusta. Che ne dici se ci proviamo?».
I boccali di birra tintinnano al brindisi.
Se queste frasi e queste scene vi sono sembrate assurde, pensate che c’è gente, là fuori, che ci crede davvero. Io credo che la cosa migliore che possiamo fare per combatterli sia irriderli e riderne. Perché sarà una risata che li seppellirà.
Leggi anche:
—>>>Tutte le iniziative di domani: QUI