Erotic Grrlz

La paura e le corde invisibili

Mi aveva regalato un giglio. Lo strofinò sul mio vestito chiaro. La traccia giallastra rimane ancora adesso. Perché anche ciò che sembra puro in realtà è “sporco”. La perfezione è sporca, sporca è la vita, lo è anche l’amore. Perciò è perfetto.

Lui era un eretico delle relazioni, non coltivava dipendenze, ogni suo gesto era un regalo. Ogni parola una carezza. Ogni mano tesa un filo nella tua direzione.

Il letto era adeguato, le corde tese. Mi chiese di girarmi. Esitai per guardarlo in faccia. Aspettavo una punizione. Si scostò invece per molto tempo e mi lasciò legata. Tornò a liberarmi quando mi girai. Finché fui legata stavo comunque bene, provai però paura quando sciolse i nodi. Temetti di perderlo.

Sottrarmi all’ordine per lui significava la stessa cosa. Quel giorno quasi lo vidi in uno stato di profonda prostrazione, perché il timore che io potessi sottrarmi al gioco lo induceva a pensare che potesse perdermi.

Un gioco è solo un gioco e dunque non c’è costrizione, non c’è nessuna imposizione. Puoi partecipare oppure no. E’ una tua scelta. Se ti sottrai lui non ti perseguiterà, non ti rincorrerà, non stringerà catene né userà doppie corde per imprigionarti. Semplicemente sarà una persona disperata, per averti perduto, perché non corrisposto, perché non è presente nei tuoi pensieri.

Se ne stava rannicchiato in un angolo, in una posa strana, come tenesse in mano un sassofono, e in effetti emetteva quasi il suono della malinconia, e poi quell’espressione, come di chi fosse inciampato e tentasse di rialzarsi da una pozzanghera di fango.

Obbedirgli significava tornare da lui, cedergli i miei polsi, le mie caviglie, i miei seni, le mie cosce. Quando esaudii il suo desiderio fu come iniettargli dosi di vita e lui tornò a respirare, spezzò l’ansia e si tranquillizzò.

Perché il potere è di chi sceglie di consegnarsi all’altro, perciò è nelle mie mani. Ed è una cosa che non mi è mai stato semplice spiegare perché c’è davvero una grande differenza tra violenza e scelta di sottomissione.

C’è cura, attenzione, condivisione, c’è che nessuno dei due vuole ferire l’altr@. C’è eccitazione, tenerezza, piacere, sensualità. Ci sono io e c’è anche lui. Legati, insieme, e le sue corde sono strette tanto quanto le mie, solo che quelle che stringo io non sono altrettanto visibili.

Stringevo le mie corde mentre gli parlavo di lui, gli permettevo di riconoscersi nelle mie parole, ridisegnavo prospettive, una identità, una dimensione nella quale perdersi e ritrovarsi. Mi era riconoscente e la riconoscenza è in effetti un inebriante elemento di seduzione.

Legato. Lui. Legata. Io. A ripensare ai miei timori.

Non avevo mai avuto paura quando mi ordinava di fare qualcosa. La paura è mancanza, è assenza. Io volevo solo che le sue corde fossero più strette, ancora di più. Volevo che lui disponesse del mio corpo come preferiva. Volevo mi accudisse, costringesse, imprigionasse, volevo restare con lui, sempre.

Dammi un’altra occasione. Ascolta il mio respiro. Toccami. Dammi fiato, dammi ossigeno, dammi vita.

E questo è quello che oggi volevo raccontarvi di me.

Ps: Erotic Grrlz (diario erotico postporno) è un personaggio di pura invenzione scritto da una amica (l’editing è mio). Ogni riferimento a fatti, cose e persone è puramente casuale. 

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