Pensieri Liberi

#Messina: la pace rivoluzionaria che offende il ministro

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di Irene di Nora

“Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario”. Son queste le parole che mi sono venute in mente leggendo che un Ministro della nostra Repubblica, quella stessa Repubblica costruita sul sangue dei partigiani, ritenga demenziale esporre una bandiera della Pace e citare l’articolo 11 della Costituzione.

E’ successo qualche giorno fa a Messina, dove si celebrava la festa delle Forze Armate. Renato Accorinti è un sindaco sui generis, un sindaco che alla giacca e cravatta preferisce una maglietta con su scritto “free Tibet”. Quindi c’era probabilmente da aspettarsi che, nel pieno delle celebrazioni, invece del solito, posato, discorso di circostanza tipico del buon politico navigato, Renato parlasse col cuore. E così ha fatto: ricordando che l’Italia ripudia la guerra, che non dobbiamo smettere di onorare i partigiani, che la Sicilia deve rimanere un crocevia ed intreccio di culture, ed, infine, citando Sandro Pertini nel suo “svuotate gli arsenali e riempite i granai”.

Ma il sindaco va anche oltre, ed un mese dalla tragica morte di quei più di 300 profughi annegati nei nostri mari, quei profughi per i quali quali son stati istituiti funerali di Stato per poi seppellirli nell’oblio, Renato Accorinti ricorda che siamo tutti fratelli, che non esiste lo straniero, e critica fortemente i soldi spesi per le spese militari.

Un sindaco sui generis, insomma. Ma sembra non essere l’unico elemento curioso di questa storia.
Che bizzarria è, infatti, quella del ministro ministro D’Alia, che definisce un simile gesto offensivo e demenziale? Che stranezza è che delle forze dell’ordine si sentano offese dalla parola “Pace” quando con quelle stesse divise, e per un ideale di Vera Pace, il 23 Maggio e il 19 Luglio, con Falcone e Borsellino, morivano Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Agostino Catalano , Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina?

Se nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è davvero un atto rivoluzionario, vorrei solo ringraziare Renato Accorinti: perché ci ha dato una grande lezione di vita, rendendoci, per una volta, fieri di essere Figli di questa Repubblica.

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