Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze

Il #Pd e il diritto d’omofobia per legge

Da tempo diciamo che l’attenzione alla questione della violenza di genere da parte di questo governo è pura ipocrisia. L’ipocrisia sta soprattutto nelle millantate posizioni antisessiste e antiomofobiche del Pd il quale è sempre pronto a utilizzare una ottima strategie di marketing per fare passare gli altri per demoni anacronistici ed acquisire il patentino di illuminati illuministi.

Il loro governo ha consegnato le strategie di lotta contro la violenza di genere, ovvero la violenza che si riferisce ai ruoli di genere attribuiti per stereotipi sessisti innanzitutto, a chi si è fatto scudo delle donne per legittimare politiche repressive e paternaliste. A chi ha preteso di identificare la violenza di genere soltanto con la violenza sulle donne, e non si parla neppure di tutte le donne ma soprattutto di mamme, mogli, femmine ingravidate.

Quando al tam tam per un’azione straordinaria contro la violenza sulle donne noi rispondevamo con una petizione che esigeva di includere nel programma di lotta alla violenza di genere anche quella di matrice omo/transfobica intendevamo con ciò svelare una profonda ipocrisia che si è infine realizzata in una modalità autoritaria di intendere la “sicurezza” delle donne, private del loro diritto all’autodifesa e all’utilizzo di strumenti scelti in maniera autodeterminata, e con una norma che apparentemente dovrebbe parlare di anti-omofobia e in realtà diventa la legittimazione ultima di scorribande e aggressioni che nazisti possono commettere ai danni di gay, lesbiche e trans.

In fondo era una bella provocazione, perché cultura si fa sovvertendo quello che viene imposto come unica possibile soluzione. C’erano fior di presunte femministe (molte di destra) che dicevano di volere l’aggravante sul femminicidio, teoriche giustizialiste che di violenza sulle donne non sanno niente che attribuivano alla denuncia d’ufficio chissà quale valore salvo tirare il freno a mano, dopo avere detto peste e corna di chi come me diceva che erano tutte grandi sciocchezze, avendo fede di chi, da giurista, ha detto al termine dell’approvazione dell’attuale decreto legge sul femminicidio che i securitarismi fanno schifo e che l’irrevocabilità della denuncia mette le donne ancora più a rischio.

Volevano l’aggravante e dunque abbiamo suggerito la locuzione “di genere” invece che ragionare solo di femminicidio, perché se non sei disposto a rimettere in discussione quella mentalità sessista che vieta l’autodeterminazione delle persone nella scelta della loro sessualità tutto quello che stai facendo, quando fingi di parlare di violenza sulle donne, è semplicemente riproporre uno schema patriarcale che ci affida a tutori e definisce il nostro status unicamente in quanto vittime. Se proprio tenete a ragionare di una materia che non ci è decisamente affine, quella delle aggravanti in generale, giacché si tratta sempre e solo di una questione culturale, allora bisogna tenere conto di tutto e non soltanto della tutela del corpo madrificato delle femmine.

Ma qui vorrei decisamente parlare della maniera in cui il Pd usa la questione delle donne o quella delle persone glbt per acquisire consenso sulla nostra pelle.

Dice di essere dalla parte delle donne e in realtà fa solo marketing istituzionale, mira a legittimare un tot di istituzioni, finanzia polizie ed esercito da mandare in Val Susa contro i NoTav usando l’alibi del femminicidio, non riesce a esprimere solidarietà a Marta, la militante #NoTav che ha denunciato di aver subito violenza dalla polizia, muove la politica per le “donne” quasi che fossero corporazione, esorta l’unità bipartisan normalizzando e svuotando di contenuto le rivendicazioni femministe, evita di parlare di precarietà, dunque rimuove il conflitto di classe, legittima leggi razziste che mietono vittime su vittime tra uomini, donne, persone, rinchiuse nei Cie salvo poi lavarsi la coscienza con un paragrafo del Dl Sicurezza in cui si dice che una migrante per ottenere il permesso di soggiorno deve farsi pestare a sangue.

Quando poi parla di glbt spaccia una rivisitazione dei moduli scolastici come fosse una conquista di chissà quale livello (firma del genitore o chi ne fa le veci, è roba vecchia…), ogni tanto esprime dissenso contro l’inciviltà di taluni rappresentanti politici, fa finta di incazzarsi per gli insulti omofobi contro gay, lesbiche, trans, si serve di utili idioti di estrema destra che continuano a reagire alle parole “normalizzatrici” del Pd come se quel partito fosse l’industria delle riforme maggiormente innovatrici, dopodiché, quando c’è da dire qualcosa di sensato, mentre in Russia per legge si proibisce quella che viene definita “propaganda gay”, qui si legittimano partiti di estrema destra che da ora in poi potranno insultare il “frocio” e farlo ben protetti dalla legge. Sicché a beccarsi qualche rischio finisce che sarà il quindicenne che su facebook scriverà sciocchezze e lo farà senza prima essersi iscritto ad un partito o ad una organizzazione di alcun tipo.

Il Pd ci usa. Usa tutti noi e quel che è peggio è che poi arrivano signore del Pd o affini per maniera di vedere le cose che vorrebbero dettare la linea su quel che è rivendicazione femminista o glbt. Chi è dunque che detta l’agenda politica dei diritti civili in Italia?

Ps: com’era la storia che quelli dell’M5S erano dei fascistoni omofobi? E poi non ditemi che a farli passare da cattivi, proprio come si fa con i NoTav, non si diventa funzionali ad un sistema orrendo.

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