Malafemmina

La Terra non ha padroni né confini!

In giro per il mondo si costruiscono burqa di cemento per seppellire vivi gli immigrati che come il mio amico Feisal hanno avuto la malaugurata idea di abbandonare le loro terre di povertà per approdare su altre terre precarie, dove si vive un po’ meglio, quel tanto che basta a fargli dire che “è meglio qui che lì”.

Mi viene in mente il burqa che vogliono fare indossare alle donne certe persone che hanno le idee poco chiare su dove stiano i limiti e le censure e poi i diritti. Persone che ti rinviano ad un “tappati a casa, non uscire senza un maschio, non oltre le ore concesse dal coprifuoco per le femmine, vestiti dalla testa in giù perché chi ti vede ti piglia e poi non ti lamentare perché sono cazzi tuoi”.

Poi mi vengono in mente, in senso metaforico o simbolico, i loculi/alloggio che ci hanno assegnato qui al villaggio, a me e a tutti gli altri dipendenti precari, che in una nave da crociera sarebbero degli spazi angusti all’altezza della stiva, tanto per ribadire che sei un’ultimo tra gli ultimi e che nel caso si verificasse una seconda titanic o uno tsunami tu sei sempre il primo o la prima a morire.

Burqa sociali per precari e precarie, sigillati dentro mille bugie e tanta ipocrisia, resi invisibili da chilometri di privilegi per alcuni e di discriminazioni per altri.

Burqa fatti di stigma della colpa e poi di vuoto e indifferenza, per trattare male quelli che un permesso di soggiorno ce l’hanno perché in questa nazione ci sono nati ma comunque non sono figli dei figli dei figli dei figli di quelli là che si divertono a fare distinzioni sul genere umano, un po’ di qua e un po’ di là.

Burqa di cemento per migranti che non hanno alcuna possibilità di uscirne se qualcuno non li aiuta dall’esterno, se tutti, anche qui al villaggio, non smettono di farsi soltanto i cazzi propri e non si rendono conto che non si può vivere in un mondo dove esiste anche solo una persona discriminata e messa in catene per un motivo stupido: la sua provenienza geografica.

La geografia è una cosa senza senso. I confini degli stati sono stati disegnati da chi li ha colonizzati e li ha divisi per spartirsi le proprietà di uomini, donne, giacimenti e risorse da sfruttare.

Dovremmo riscrivere la geografia delle persone che non vogliono indosso nessun burqa sociale, di cemento, simbolico, economico. Una geografia dove la terra è rotonda e quello che ci sta dentro non appartiene a nessuno e appartiene a tutti.

Stamattina – tra poco – andrò dai bambini e li porterò in spiaggia e questo sarà il gioco che proporrò: disegniamo sulla spiaggia la Terra, bella, rotonda, piena, e poi disegna te stesso/a dove vuoi. In quale punto della terra puoi stare?

Sfido chiunque a dire a quei bambini che lì non ci puoi stare perché non hai il colore giusto o perché arrivi dalla terra sbagliata.

Sfido chiunque a dire a quei bambini che la terra è divisa in proprietà e che i padroni fanno di questo pianeta quello che vogliono trattando tutti noi come schiavi e schiave

NB: Malafemmina, diario di una precaria qualunque, è un personaggio di pura invenzione e un progetto di comunicazione politica. Ogni riferimento a fatti, cose e persone è puramente casuale. 

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