One Billion Rising all’italiana si è trasformata, come prevedevo, in una opportunità mediatica sfruttata da donne (e uomini) candidati/e alle elezioni per fare campagna elettorale.
Autopromozione e marketing sulla pelle delle donne che subiscono o hanno subito violenza. Sulla mia e sulla vostra pelle.
Non importa quante siete in giro per l’Italia ad aver organizzato dal basso questa cosa. Quello che sui media passa è questa roba qui. La piena legittimazione di politiche securitarie, repressive e autoritarie che non servono a niente e non mi rappresentano.
La bandiera tricolore a Roma che sventola sul Corriere, l’intervista alla patriottica moglie del Sindaco di Roma che prima appoggia la legge Tarzia e la marcia dei no-choice e poi ha il coraggio di danzare “per le donne”, lo spot di Se Non Ora Quando su Repubblica (e pure a Sanremo) che invita ovviamente a leggere il suo manifesto elettorale e lo Spot delle donne del Pd.
Avranno fatto a botte per prendersi la prima fila nelle danze e guadagnarsi una fotografia, immagino. E immagino anche quanto a loro sia importato della mia e della vostra vita in quel momento.
Trucco, posa e scatto. Buona la prima e poi tutte si torna a casa a fare quello che sanno fare meglio: le donne di destra a impedirmi autodeterminazione nelle mie scelte di ogni giorno, a farmi una testa così per una pillola del giorno dopo, a censurare la mia sessualità nel caso non fosse etero e la mia vita se non scegliessi di dare figli alla patria, le donne di Snoq e del Pd a perseguitare le prostitute ovunque siano e a immaginarsele ovunque, salvo poi non considerarle neppure donne, per sporcare l’immagine dei candidati rivali, tutte intente a fare la divisione tra donne perbene e donne permale.
Tutte quante a fregarsene altamente del fatto che le donne non hanno di che pagare affitti, bollette, medicine e quando hanno da crescere figli non sanno dove sbattere la testa, tutte condannate ad essere dipendenti economicamente per via delle scelte scellerate di tutti i governi, di destra e centrosinistra, incluso l’ultimo con Fornero e Monti, che ci hanno reso sempre più precarie e in balìa di chiunque, incluse le persone violente.
Nessuna prevenzione a parte fare la morale se scopriamo il corpo. Nessuna attenzione a parte che romperci le ovaie se autodeterminiamo le nostre scelte.
Volgare questa loro partecipazione alle danze e volgarissimi i loro spot elettorali sulla pelle delle donne uccise.
So che tante donne hanno organizzato e danzato oggi, salvo le prostitute che vengono relegate nella sfera delle persone o da salvare o da criminalizzare.
Se le vostre immagini non sono apparse da nessuna parte, se vi dà fastidio, come da fastidio a me, essere rappresentate da queste donne che oggi hanno guadagnato le prime pagine dei grossi quotidiani e dei tg allora pubblicate le vostre immagini, dite che c’eravate e che voi con questa gente non c’entrate niente.
Poi, se volete, segnalatemi i link o ditemi come è andata. Grazie.
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One Billion Rising: le prostitute non ballano
Sul Flash Mob di Snoq, ovvero sull’antitesi della nostra lotta politica
Le candidate alle elezioni che speculano sulla violenza sulle donne
A proposito del Violence Against Women Act USA
One Billion Rising: la campagna antiviolenza eteronormata!
Mi spiace – io non ho foto da inviarti poiché di balletti il 14 non ne ho fatti, diciamo che ho preferito un San Valentini diverso 😉
http://marginaliavincenzaperilli.blogspot.it/2013/02/san-valentino-queer.html
Cavolo, se ero a Bologna sarei venuta anch’io. Hai fatto benone! 🙂
Se c’è materiale scritto online su quello che vi siete detti mi ci fiondo volentieri…
E’ un seminario di autoformazione, quindi giro qualce gg trovi tutto (registrazione video) online sul sito di Bartleby 😉
Grande! Andrò a recuperare. Grazie cara :*