ParaGiulia

ParaGiulia: storie tragicomiche di una paraplegica (single)!

Il post sul Punto G della paraplegica mi ha fatto venire in mente altre cose.

In ogni caso, va detto, molte persone in stato di paraplegia (figuriamoci quelle in stato di tetraplegia) una vita sessuale non ce l’hanno. Qui si tratta di sessualità negata oltrechè normata perché non esistono supporti in questo senso e perchè la vita di una persona in quelle condizioni è talmente precaria e in totale stato di dipendenza che è inutile girarci attorno e dire sciocchezze. E tanto realismo non vuole tarpare ali e speranze a chi ne ha.

Per fare sesso entro la norma etero/riproduttiva con una persona che sta così la devi assistere in tutto e per tutto e col cavolo che succede quello che ti fanno vedere nei film conditi di retorica romanticheggiante di merda, tutti cuoricini e vissero felici e contenti, anche se uno dei due sta sulla sedia a rotelle. Tra le persone che stanno in questo modo trovi chi è paraplegic@ e non ha complicazioni solo fino ad una certa età. Persone giovani che non manifestano altre conseguenti o indipendenti patologie.

E non vi dico quello che pensano le persone che ho conosciuto di alcuni comitati per la difesa dei diritti dei midollolesi a proposito delle manifestazioni sportive per gente diversamente abile. Farebbero la rivoluzione minacciando la gente di inondare i loro bei mondi profumati con sacche d’urina sfrantumate piuttosto che soddisfare una ipocrita platea di gente che sta lì a dirti che sembri quasi normale, corri quasi come uno normale, giochi come uno quasi normale, sostanzialmente che ti dice che sei un@ difettos@ ma hai tanta buona volontà, e mente sana in corpore sano, evviva i fascismi normativi dei corpi rattoppati a cazzo, sui quali fare business, per nutrire la brava gggente, piena di buoni sentimenti, che si commuove con una paraplegica come si commuoverebbe davanti a un barboncino.

Anyway, ve l’ho detto che Giulia sputa? Non vuole essere difettosa e simpatica, lei. E’ antipaticissima e quando non ti fa incazzare ti fa morire dalle risate. Ma ha sputato ad un politico tal dei tali perchè dalla sedia a rotelle che cazzo di altro genere di rivoluzione puoi fare? Ad un politico gli sputi, o lo minacci con la tua sacca d’urina, in special modo se prima ti dice che l’ala dell’unità spinale riabilitativa, parcheggiata per secoli nonostante siano stati spesi miliardi, avrebbe riaperto a supporto terapeutico di quelle/i che ne hanno costantemente bisogno e poi invece, dato che pare fosse utile un posto dove trasferire e sistemare primari e dipendenti da un altro nosocomio che smantellava zone per sopperire al taglio fondi imposto a seguito di una inchiesta scandalo che riguardava a gestione della sanità, con una operazione di maquillage sottrae una risorsa sul territorio a gente che per curarsi una piaga da decupito deve ogni volta emigrare, senza alcun sostegno economico di nessun tipo, a migliaia di chilometri di distanza. Sottrae dunque quella risorsa e ci fa una specie di luogo di ristoro e assistenza light inefficiente e priva di competenze adeguate per disabili che con quella roba lì non ci fanno proprio niente.

Allora i/le midollolese/i sono andati/e davanti al luogo di residenza pubblica del politico, lo hanno invitato a venire giù perché quel posto è inaccessibile e pieno di barriere architettoniche, lui arriva e pensa di trovare un gruppetto di handicappati adoranti, perchè i disabili bisogna che siano carucci ché non te li aspetti e non li tolleri se sono incazzati, e invece ha trovato gente che se avesse potuto gli avrebbe fatto un culo così.

Quella mattina, da quel che mi riferiva l’accompagnatrice, giacché c’erano anche i/le normo ad accompagnare, e lì un capitolo a parte sarebbe quello che parla dei/delle solidali che comunque dicevano “dovrebbero pensare ad altre cose invece che…” perché era troppo faticoso montare e smontare e portarli lì, e avevano anche ragione a modo loro, e tuttavia, dicevo, quella tal mattina il politico trovò ‘sta gente infuriata e tra quello tetraplegico che poteva solo fulminarlo con gli occhi, quell’altro che non riusciva neppure a proferire parola, e alcuni combinati come Giulia, fu lei che non seppe contenersi e cogliendolo di sorpresa gli sputò.

Il politico, naturalmente, la guardò come si fa con un@ che ti fa pena e non le molli un pugno perché è un essere inferiore. “Calma”, disse, “discutiamone” e dopo pochi minuti, rassegnato al fatto che non godeva di tanta popolarità, se ne andò.

Così per dire. Ho chiesto tante volte a Giulia di raccontare le sue storie, perché lei è bravissima a scrivere e potrebbe, ma non ha voglia, energia, abbastanza vita per farlo. E io che le voglio molto bene non mi sono mai voluta sostituire a lei a parte che per raccontare quelle poche cose che ci coinvolgono entrambe e che a lei non nuocciono. Però mi dice che se voglio posso raccontare, anche se a lei non gliene fotte niente di essere dipinta come una eroina d’assalto dato che la sua condizione è di una persona che resiste e sopravvive e tira avanti tenendo a freno la voglia di schiantarsi per mettere fine alle sue sofferenze.

Quel che penso sempre, quando la sua espressione mi frantuma il cuore, leggendo come so leggere dietro le sue mille maschere, quando la rabbia, per quell’intelligenza vilipesa, costantemente offesa, mortificata e umiliata, mi travolge, é che mi sento una merda perché di fronte a lei le cazzate, le mie crisi, i miei problemi idioti, spariscono. A che cazzo mi serve tanto femminismo se non posso aiutare lei? Se non posso tenerla in vita. Se non posso rappresentarla per la gran donna che è. Ovvero posso.

Posso solo restituirle un minimo di dignità riconoscendola come persona. Senza pietismi, coccolando i suoi rutti, tenendo a mente che di lei fanno parte liquidi, puzze, parole, pensieri, sorrisi, bestemmie, cadute, rinascite, tante di quelle cose che mi fanno male e bene e che me la fanno amare e odiare e abbracciare con il timore di romperla. E non va bene neppure che io dica queste cose perché lei non vorrebbe, perché non vuole essere dipinta come vittima e men che meno, giacché la religione la deprime, come santa, e perché in realtà sono stereotipi anche quelli che siccome sei disabile allora sei una gran persona.

Come dice lei “ho conosciuto un@ disabile che è di una stronzaggine assoluta” perché lei è fantastica in quanto è lei. Lo è sempre stata. Ma certe volte, quando rompe le ovaie, ché come le rompe lei nessuno, Cristo quanto la sfanculerei…

Dicono che io sappia scrivere. Questo so fare. Allora ti racconto, amica mia, perché si sappia quanta meraviglia sei. E questo è solo l’inizio…

NB: ParaGiulia è un personaggio di pura invenzione, liberamente ispirato ad un personaggio reale. Ogni riferimento a fatti, persone, cose è puramente causale.

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