La cosa brutta è quando attorno a te si ergono quattroparetiquattro e tutte senza porte né finestre. Allora non ti resta altro da fare che andar di testa, poi di spalla e poi urlare perché alla fine anche tu vuoi respirare. Non basta l’aria di muffa che sta in quel posto interno e ti chiedi come facciano quelle pareti a volgere parte del muro fuori senza avere la tentazione di dissolversi, far circolare il sole, l’aria, il vento, le ragioni.
Quando ho incontrato un tale si poneva come fosse una parete e poi c’ho parlato ed è diventata una poltrona, comoda, e sedendomi ne ho compreso anima e tessuto. Così di qualche donna che in realtà poi mi svelava che ero stata una parete anch’io. Parete, dici? Si si, proprio parete, e io tentavo di aprire un varco, di farti sentire qualche cosa ma lo spessore qualche volta non coincide con l’essenza piena e una identità intelligente e allora ci sta pure che tu sia tanto idiota in qualche caso.
Ma la parete umana che più preferisco è quella che recinta per proteggerti. Cordoni che ti soffocano senza darti la possibilità di immedesimarti col dolore altrui perché hai da vedere solo il tuo che sbatte e rimbalza su ogni muro e te lo ritrovi spiaccicato in fronte e dentro al cuore e anche nelle viscere ogni tanto. A masturbarsi col dolore proprio non si cresce, non si riesce, non si rinasce. Ci si incarta e si resta prigionieri di se stessi/e e tutto ciò sembra quasi senza una soluzione.
Io so che le pareti le sconfiggo con una carezza perché non son di marmo ma di tempeste intime, emozionali e vado di piccone solo quando è la parete che stringe e stringe e viene addosso a me e non mi lascia spazio per esistere. Le amo tanto le pareti ma abbi fiducia e non temere se disegno un varco. Non voglio andare via, non voglio perderti, voglio solo ampliare il mio recinto e farlo diventare grande quanto il mondo. Voglio vedere quello che sta dietro e avanti e a lato e in alto e non sarà un divieto a fermarmi.
Può un divieto di una parete umana costringermi a demordere? Se non succede in piazza e non succede neppure se tu mi imponi ricatti emotivi. E dunque, tesoro, smetti di preoccuparti infine e apri ‘sta cazzo di porta perché io voglio uscire.
Torno tardi. Non aspettarmi in piedi.